Di Alessia Matera – classe II sez. D
Il bullismo consiste nel far del male volontariamente, consapevolmente e ripetutamente a qualcuno più debole o non in grado di difendersi.
E’ un fenomeno di natura sia fisica, se pensiamo alle aggressioni fisiche o ai danneggiamenti, sia psicologica, se consideriamo la diffusione di voci maligne sul conto della vittima, la derisione, l’esclusione dal gruppo con il conseguente isolamento e ha come protagonisti bambini o ragazzi di età compresa tra i 6 e i 18 anni.
E’ un fenomeno che si ripete nel corso del tempo ed è attuato nei confronti di persone ritenute bersagli facili e incapaci di difendersi.
Il bullismo non avviene soltanto a scuola ma anche nei parchi, nei campi sportivi o nel tragitto casa-scuola.
Esiste anche un altro tipo di bullismo: il cyberbullismo.
E’ definito come un atto aggressivo, intenzionale, eseguito da un individuo o un gruppo, usando le nuove tecnologie contro una vittima che non può difendersi.
Il bullo tramite il web può mantenere l’anonimato, ha un pubblico più vasto e può controllare le informazioni personali della vittima, che al contrario ha difficoltà a scollegarsi dall’ambiente informatico e non ha la possibilità di vedere il volto del suo aggressore e non c’è più un momento in cui le violenze si interrompono.
Talvolta tutto ciò può portare la vittima a compiere atti tragici.
Per me il bullismo è un problema molto importante poiché causa alla vittima gravi conseguenze psicologiche sul suo modo di essere e di comportarsi.
Le conseguenze possono essere psicologiche come il senso di colpa e di vergogna, disturbi fisici, scarsa stima e considerazioni di sé ma anche scolastiche come il disagio nel rapporto con gli altri compagni, difficoltà di concentrazione con conseguente rischio di abbandono scolastico e di isolamento totale.
Col tempo la vittima potrebbe continuare ad avere difficoltà a socializzare o, per reazione, vendicarsi sugli altri di quello che ha subito.
II bullismo, secondo me, può essere paragonato a un grosso labirinto, da cui la vittima non riesce ad uscire, trovando davanti a sé grossi ostacoli e muri insormontabili, fino a quando grazie all’aiuto di un adulto e al suo coraggio di esporre il problema, non trova la dritta via e l’uscita.
Penso che bisogna coinvolgere senza esitazioni gli adulti, i genitori e gli insegnanti, senza avere paura delle conseguenze, perché solo parlandone è possibile risolvere il problema e non nascondersi e isolarsi continuando ad essere vittima di questi bulli che si comportano in questo modo solo per mettersi in mostra ma che in realtà sono i primi ad aver bisogno di essere aiutati.