di Davide Cagnin Classe 2^ A. –
Il profondo tema dei videogiochi ha ispirato molte tematiche e dibattiti. E’ giusto o non lo è permettere il loro utilizzo ai bambini e ragazzi preadolescenti. Diverse sono le risposte date da psicologi, neurologi, e sociologi. Tutti pronti a dire la loro e intanto i videogiochi hanno continuato ad essere immessi sul mercato. Regali di Natale, regali di compleanni, regali dei nonni, insomma si è trovata sempre un’occasione per soddisfare le richieste di noi ragazzi e ultimamente duellare con avversari anche su Internet tramite smartphone. Ecco il frutto della mia documentazione.
Le controversie sull’uso dei videogiochi sono incominciate negli anni ’90 del Novecento generando così varie tendenze e vedute su di essi che hanno assunto sempre di più importanza grazie ai mass media. Vari studiosi hanno dato vita a dei dibattiti scientifici che vedevano probabili effetti dannosi sulla mente dell’uomo per tale motivo queste controversie ideologiche hanno prodotto il risultato di condurre ad ulteriori approfondimenti. Nel 2006 una ricerca dell’Università dello Iowa, pubblicata sul Journal of Experimental Social Psycology, sarebbe giunta alla conclusione che chi gioca con videogiochi di violenza esplicita diventa meno sensibile alla violenza del mondo reale. Gli stessi studiosi spiegano che questa “de-sensibilizzazione” viene esposta e chiarita come “una riduzione delle emozioni in reazione ad atti violenti reali“. Gli effetti su coloro che usano i giochi violenti comporterebbe non solo essere più violenti ma anche più aggressivi, intolleranti e meno altruisti. In quella ricerca sono stati scelti 257 studenti di college ai quali è stato chiesto di giocare a videogiochi scelti casualmente: alcuni con violenza esplicita ed altri con violenza limitata.
Altra tendenza: i video giochi come stimoli al cervello. Nei primi anni 2000, alcune delle potenzialità videoludicche vennero percepite per il trattamento benefico della sindrome da decifit di attenzione e iperattività. Alcuni sociologi e psicologici ritengono che il videogioco favorisce una stimolazione del cervello dei giocatori, inducendolo ad agire in maniera differente rispetto all’usuale grazie all’immediatezza del messaggio visivo fornito dalle immagini.
Steven Johnson, nel suo libro “Tutto quello che fa male ti fa bene”, ha citato recenti studi di neuroscienze su come viene stimolata l’attivazione dei circuiti dopaminergici durante l’interazione con un gioco elettronico.
Quanto detto è frutto della mia documentazione perché l’argomento mi interessa personalmente poiché anch’io come molti miei compagni sono un consumatore di videogiochi. Parlando con i miei compagni ho constatato che molti di essi hanno dei giochi “spara-spara”.
Vorrei dire che non ci sono solo giochi di tipologia “spara-spara” ma esistono altri che sono più educativi.
Devo ammettere che anch’io gioco a giochi un po’ violenti come quelli “spara-spara” perché comunque noi maschi in generale abbiamo la tendenza a voler usare armi così ci sentiamo più grandi e forti mentre accade l’esatto contrario.
Attualmente ci sono ancora giochi “spara-spara” in giro sul web. Il mio consiglio: almeno bisognerebbe mettere una licenza per giocarci.