I muretti a secco costituiscono un’importante tutela per l’ambiente.
Il muretto a secco, innalzato con le pietre tolte al terreno, oltre a delimitare i confini, assume un ruolo ambientale perchè rappresenta un vero e proprio “corridoio ecologico” che permette alla microfauna, insetti, piccoli rettili ed anfibi che operano spontaneamente, di collaborare all’agricoltura umana, al mantenimento di un ambiente sano e privo di parassiti. Gli interstizi ne sono dimora e nascondiglio.
I muretti a secco, con la vegetazione spontanea che cresce tra le pietre o a ridosso dei muri stessi, costituiscono un importante ecosistema. In loro corrispondenza si crea un ambiente favorevole alle piante mediterranee che possono così superare la riduzione di acqua durante lì estate. Nelle fessure, dove si ha la condensazione della rugiada, si possono incontrare diverse specie vegetali come l’erba ruggine, l’ombelico di Venere, le veroniche, l’edera e altre che ricoprono spesso i muri a secco più vecchi, offrendo ripari ai nidi di numerose specie di uccelli.
È fondamentale quindi, specialmente nel ripristino dei muretti a secco parzialmente crollati, tener conto di queste funzioni ecologiche e paesaggistiche.
Dal punto di vista paesaggistico i muretti a secco rivestono una fondamentale importanza nella difesa del suolo. Il suo impiego per la costruzione di terrazzamenti è stata l’idea su cui si fonda la tecnica delle “briglie filtranti” in idraulica, con lo scopo di ridurre la pressione idrostatica.
Inoltre la presenza dei muretti a secco nelle zone aride aiuta non solo a combattere l’erosione del suolo ma riveste una importante funzione nella lotta alla desertificazione del suolo.
In diverse parti del mondo infatti la pietra è utilizzata, dalle culture che si sono dovute adattare a sopravvivere alla scarsità di acqua, come superficie di captazione (raccolta) dell’acqua. Non solo nelle aree della Cina, della Nuova Zelanda e dell’Africa e del Medio Oriente, ma anche nel mediterraneo, ad esempio nel sud di Spagna e Italia, si trovano strutture in muratura a secco che vengono costruite con appositi criteri per essere utilizzate come “condotti” dell’umidità dei venti che viene catturata e letteralmente spremuta grazie alla disposizione delle pietre posate a secco che fungono anche da superficie di condensa.
Un inaspettato riconoscimento per l‘“arte dei muretti a secco” è arrivato nel novembre 2018 quando l’UNESCO l’ha inserita nella lista degli elementi immateriali dichiarati Patrimonio dell’umanità.
L’Italia aveva presentato la candidatura insieme a Croazia, Cipro, Francia, Grecia, Slovenia, Spagna e Svizzera. Tra le regioni promotrici della candidatura c’era proprio la Puglia per tutelare una tradizione che ha uno dei suoi punti di forza in Puglia, ma che unisce in pratica tutta la Penisola.
Nicolò Miglio e Melany Elettorale