di Antonio Pio Di Palma (classe 2^M) – I giovani d’oggi sembrano vivere solo nei loro dispositivi tecnologici: in macchina, sul tavolo da pranzo, mentre studiano, c’è sempre lo stesso oggetto: il cellulare.
Gli adolescenti sono assenti, distratti e nei casi gravi, qualcuno si isola completamente.
I rapporti familiari e sociali si complicano soprattutto quando si tenta di spegnere tutto, e si obbliga a mettere telefoni e tablet in un cassetto.
Molti ragazzi non riescono proprio a staccarsi dagli smartphone, hanno bisogno di controllarlo continuamente, di chattare anche di notte; quando i ragazzi escono di casa il primo pensiero è quello di non dimenticare il cellulare perché questo significherebbe restare fuori da qualcosa.
Tutto ciò che accade deve essere pubblicato online perché c’è il bisogno immediato, un istinto che bisogna assecondare cioè quello di condividere virtualmente tutto.
Le emozioni come il pianto, il sorriso, la paura non sono vissute sulla propria pelle perché il corpo, il contatto fisico in questa realtà virtuale non è presente e nulla è realmente condiviso anche se i giovani sostengono di voler condividere tutto quello che si fa.
Per evitare gli effetti negativi di questi dispositivi è necessario che gli adulti non proibiscano o neghino l’uso degli smartphone, ma diano il buon esempio perché purtroppo spesso, anche gli adulti sembrano essere iper-connessi e non riescono a fare a meno di internet.
Tutti i componenti della famiglia, adulti compresi, potrebbero stabilire un momento di pausa, decidere di spegnere tutti i dispositivi tecnologici e impegnarsi magari in lavori creativi, lavori manuali, passeggiare, chiacchierare, guardarsi negli occhi e far sì che si torni al un vero contatto umano.