Oggi, oltre a poter soddisfare i bisogni primari, ci è possibile anche colmare vuoti che in realtà non esistono. Difatti spesso, in aggiunta all’impegno per procurarsi ciò che è davvero necessario per la vita, si dà tanta importanza a tutte quelle cose superflue (come un cellulare di ultima generazione) che non ci servono davvero. |
Può succedere che questo appropriarsi dei cosiddetti falsi bisogni, sia utilizzato per ostentare il proprio status sociale, la propria situazione economica e tutte quelle cose che accrescono l’ego dell’uomo, favorendo quindi il narcisismo e l’imposizione di un individuo sugli altri. |
Questa situazione è fortemente aiutata dalla società in cui viviamo, costruita sulle apparenze e di conseguenza facilmente manipolabile, così come lo è l’uomo stesso. Partiamo dal caso di una società manipolabile: se ho un lavoro molto onesto, un salario basso e quindi la mia condizione economica non è delle migliori, ma con tanti sforzi, magari anche privandomi di cose forte mente necessarie, riesco a comprare un cellulare appena uscito, allora per coloro che mi vedranno in possesso di questo oggetto sarò in una posizione agiata e sarò quindi in qualche modo superiore. |
Parlando del secondo caso invece, quello del singolo manipolabile, possiamo far riferimento al modo di vestire. Spesso basta che una persona compri un capo ed è seguita a ruota da tutti quelli che vi sono intorno e così via, creando un effetto domino che rende gli individui una massa conforme, senza personalità e un pensiero proprio. |
È pur vero, però, che il cosiddetto marketing e la disponibilità tecnologica di cui siamo in possesso, favoriscano enormemente questo processo che ci rende praticamente schiavi di questi falsi bisogni. |
Di frequente, infatti, le pubblicità, piuttosto che i social, ci fanno credere di necessitare di un qualcosa di cui in realtà possiamo tranquillamente fare a meno. |
Se pensiamo a questo fenomeno, viene quasi automatico ricollegarlo esclusivamente ai giovani, attenti a seguire le mode del momento senza perdersene una ma credo che ciò non sia una cosa riguardante solo il mondo degli adolescenti, anzi. |
Tutti questi comportamenti e molti altri portano però ad una società basata fondamentalmente sul consumismo, che si concentra su tutto ciò che è superficiale, andando a trascurare cose che sono alla base del benessere vero e proprio. A risentire di ciò però non è solo l’uomo, che focalizzato su altro non riesce più a capire ciò che è davvero importante ma anche l’ambiente. |
Riflettendo attentamente su questa situazione, ci si accorge che in fin dei conti il senso di piacere che si prova una volta soddisfatti questi “bisogni non bisogni” non è altro che finta felicità, come una sorta di auto convinzione di avere ciò di cui si ha la necessità, ma secondo la mia opinione è come cercare di costruire una torre di mattoncini partendo dalla cima. |
Ma quindi cosa possiamo fare per migliorare questo aspetto? Personalmente credo che per prima cosa sia importante fare un’indagine attenta sulla nostra vita e la nostra persona, individuando quelle cose di cui non possiamo fare assolutamente a meno, come il cibo, la compagnia o, più banalmente, un’abitazione stabile. |
Come seconda cosa invece, sarebbe utile magari acquistare nei thrift shop, i cosiddetti negozi vintage o dell’usato, riutilizzando articoli che qualcuno ha dato via e aiutando in una sola mossa noi stessi e l’ambiente. |
Ovviamente questo è un fenomeno che non risparmia nessuno, compresa me, ma che con un po’ di attenzione e lucidità è possibile contenere riducendone gli effetti. |
di Morena Forlingieri – 3^D –