Il 19 Marzo è la ‘festa della legalità’ ,in ricordo dell’uccisione operata dalla camorra nel 1994 di Don Peppe Diana a Casal di Principe nella sua chiesa, mentre stava per celebrare la messa. Questo fa capire fino a dove si spinge la camorra sui suoi territori, senza guardare in faccia a nessuno, uccidendo delle vittime innocenti. Ma il nostro territorio e i musicisti locali come si pongono rispetto alla tematica della legalità e dei temi di camorra?
Sono all’ordine del giorno le indagini sui cantanti neomelodici per legami con la camorra: da Secondigliano rimbalza a Canale 5, da Barbara D’Urso, la storia del cantante Tony Colombo che si sposa con Tina Rispoli, vedova del boss Gaetano Marino, con tanto di immagini della carrozza nunziale che, senza i dovuti permessi, blocca il traffico nel centro di Napoli davanti ai vigili Urbani indifferenti. Ma quello che ci interessa è la tematica di queste canzoni neomelodiche che, sin dall’epoca di ‘Nu Latitante’ di Tommy Riccio, esalta, come eroi, personaggi con la ‘fedina penale sporca’. Proprio la cantante neomelodica Mary Marino, figlia di Tina Rispoli e del defunto boss Gaetano Marino, dedica una canzone al padre assassinato sul lungomare di Terracina dove era in vacanza con l’intera famiglia. In tale canzone, intitolata ‘Ciao Papà’ in cui il padre appare come una vittima, in un video in cui tutte le persone inquadrate indossano un simbolo religioso come le medagliette della Madonna e il Crocifisso, fino ad una inquadratura dell’orizzonte per indicare che il padre era asceso in Paradiso.
Dall’altra parte della barricata però ci sono i cantanti come Lucariello, che insieme ad Ezio Bosso, risponde con la canzone ‘Cappotto di legno’( il titolo di questa canzone nel gergo camorristico sta ad indicare la bara) a Roberto Saviano (scrittore napoletano, autore del best-seller Gomorra) che lancia un accorato appello: «Qualcuno scriva una canzone per raccontare come sono costretto a vivere». Lucariello raccoglie la sfida. Il testo descrive l’ipotetica uccisione di Saviano e vuole essere una denuncia delle sue condizioni di vita cambiate dopo la pubblicazione del romanzo rivelatore dei segreti più scomodi dei boss della camorra, tanto da riuscire ad attirarsi un’accanita persecuzione da parte degli stessi con temibili minacce di morte che lo costringono a vivere con una scorta di protezione perennemente al suo fianco. Francesco Schiavone, detto Sandokan, accusa Saviano di essere un buffone e un pagliaccio (così nel testo della canzone) e di aver mescolato i veri uomini con la ‘gente di fognatura’. Nel finale della canzone viene ripetuta più volte l’espressione «sangue e cemento», dove il cemento è esplicita allusione all’abusivismo di Casal di Principe e del litorale di Villaggio Coppola e alle immense ricchezze dei boss, sporche di sangue che emanano odore di morte. Quindi canzone di denuncia sociale , che col genere rap di Lucariello, arriva al mondo di noi giovani che vogliamo in futuro un mondo di sola legalità e giustizia. &&&&&&&&&
GIOVANNI GRAMMATICO (2^ A sport)