di Francesca Perillo, 3ª D.
L’adolescenza è un’età critica, durante la quale si vive un cambiamento molto importante, che può portare ad una insicurezza di fondo. A causa di questa insicurezza si adottano come modelli da imitare le persone famose, che ostentano la loro bellezza fisica in TV e sui social media. È difficile accettare il proprio corpo che sta cambiando, poiché in questo periodo si è molto sensibili agli apprezzamenti che gli altri possono fare su di esso. Il voler essere accettati dagli altri e dal mondo intero disorienta a tal punto da non sentirsi mai “a posto”. Se non si è perfetti non si è accettati, se non si è accettati non si è amati. Bulimia, anoressia e il disturbo dell’alimentazione incontrollata sono i disturbi che hanno maggiore impatto su tutte le sfere di vita di una persona, e non solo su quella strettamente fisica. Molto spesso i disordini alimentari possono cominciare con una dieta. Tutto inizia improvvisamente a girare attorno al cibo e alla paura di ingrassare, e anche gesti molto semplici, come l’andare in pizzeria o al ristorante con gli amici, possono diventare motivo di forte ansia. Questo malessere influisce anche sulla sfera emotiva, portando all’isolamento e alla solitudine. I motivi che possono spingere ad usare un atteggiamento del genere sono diversi, ma sono per lo più legati alla fragilità emotiva della persona. Riuscire ad accettarsi non è facile, e per molti il rapporto col cibo diventa un’autentica battaglia.
Durante la fase adolescenziale il ruolo dei genitori è cruciale; infatti, la difficoltà maggiore è spesso il riconoscimento di un disturbo da parte del nucleo familiare. La guarigione è un percorso lungo che richiede tempo ed energie. La psicoterapia è indispensabile per esplorare le cause del disagio interiore, quindi c’è bisogno di rendere i giovani più consapevoli del forte legame che esiste tra cibo ed emozioni. Gli adolescenti affetti da questi disturbi sono un vero e proprio esercito invisibile e silenzioso. Raramente raccontano agli altri il loro conflitto interiore, spesso si chiudono in sé stessi e si lasciano divorare da un male troppo grande, troppo forte e troppo perfido. Sarebbe quindi giusto, soprattutto a scuola, parlarne per far capire agli adolescenti che non sono soli, ma che questa battaglia si può vincere.