di Matteo Carpentieri – I C Scuola Secondaria di I grado
Il 20 novembre del 1954 è stata istituita per la prima volta la Giornata universale del bambino, nello stesso giorno nel 1959 però l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha adottato la Dichiarazione dei Diritti del Bambino e infine, trent’anni dopo, nel 1989, l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha adottato la Convenzione sui diritti del fanciullo, firmata da 200 paesi nel mondo, ratificata dall’Italia nel 1991.
Ogni anno in questa data che nel mondo si celebra la Giornata Mondiale dell’Infanzia, per sostenere, promuovere e celebrare i diritti dei bambini, attraverso dialoghi e azioni utili a costruire un mondo migliore per tutti.
La pandemia di covid 19 ha mostrato le grandi disuguaglianze sociali in cui si trovano tanti bambini nel mondo, ad esempio per l’assistenza sanitaria che in alcuni paesi è molto scarsa, manca l’acqua potabile e non ci sono condizioni igieniche appropriate ed inoltre non tutti hanno la possibilità di istruirsi perche poveri, infatti i bambini spesso vengono sfruttati e sono costretti a lavorare per poter mangiare e sopravvivere.
L”Unicef molto spesso chiede ai governi dei vari Stati di fare in modo che tutti i bambini possano nutrirsi, imparare, andare a scuola, e curarsi avendo vaccini a disposizione, di proteggere e sostenere i bambini e le loro famiglie che vivono in situazioni di sofferenza per guerre, disastri ambientali dovuti ai ambiamenti climatici (tsunami, uragani ecc) Il Presidente dell’Unicef Italia, Francesco Samengo, scomparso da poco, ha dedicato buona parte della sua vita per aiutare a costruire un mondo a misura di bambino. Diceva: “Dobbiamo costruire una cultura dei diritti umani dei più piccoli, non solo in termini di promozione e protezione, ma anche di ascolto e protagonismo delle loro voci”.
Io penso che bisogna impegnarsi sempre di più per aiutare tutti i bambini del mondo ed in particolare quelli più disagiati, che si trovano in svantaggio rispetto a noi bambini più fortunati che riusciamo a nutrirci a curarci , a studiare anche se con la DAD e non siamo costretti a lavorare.
Io mi sento molto fortunato perché sono nato in una famiglia che può assicurarmi tutti i diritti e posso nutrirmi, andare a scuola, curarmi e stare con i miei amici, e addirittura posso usare la tecnologia anche per giocare.
Sono anche molto contento che la mia scuola abbia dato in uso dei tablet a tutti gli studenti che per motivi economici e familiari non avevano un computer, così anche loro hanno potuto seguire le lezioni da casa come tutti in questi giorni di chiusura. Questa iniziativa ha sicuramente contribuito a ridurre le differenze tra i bambini.