Basta compiti! Non è così che si impara è un libro di Maurizio Parodi, il fondatore del gruppo Basta compiti e il promotore di una petizione in favore dell’abolizione dei compiti a casa, che egli ritiene una pratica inutile e dannosa. Al contrario i compiti hanno un senso e possono essere utili all’apprendimento e allo sviluppo di un metodo di studio.
I compiti a casa sono importanti perché gli studenti hanno bisogno di consolidare un argomento spiegato in classe e grazie a questi, gli insegnanti hanno modo di comprendere le difficoltà di ognuno e aiutarli a risolverle.
Aiutano i ragazzi a organizzarsi in autonomia sui tempi e sugli esercizi da eseguire, sviluppano la concentrazione e il raggiungimento di un obiettivo, ampliano il lessico, stimolano la curiosità attraverso ricerche e approfondimenti e rafforzano la memoria. Si apprende un metodo di studio, con l’utilizzo di mappe, schemi, riassunti e sottolineature, che sarà utile nel corso degli anni.
Tutti i pomeriggi ho degli esercizi da svolgere e li ritengo molto utili perché attraverso essi sono riuscita a comprendere meglio le spiegazioni, a fare degli approfondimenti e a superare così le mie difficoltà. I compiti devono essere assegnati, ma nel modo giusto. Personalmente ho sempre avuto la fortuna, sin dalla scuola primaria, di avere insegnanti che hanno dato delle consegne pomeridiane, non esagerate, che mi hanno permesso di apprendere e consolidare le lezioni mattutine, ma anche di avere del tempo libero per potermi dedicare a uno sport o ad altri hobby o semplicemente fare una passeggiata.
I compiti sono come degli esercizi di matematica, la prima volta puoi non ottenere il risultato corretto, ma svolgendolo nuovamente e con dedizione si conseguirà il risultato esatto, più ci si allena più non si commetteranno errori. I compiti sono una vera e propria palestra, più li svolgiamo più la nostra mente diventerà elastica e tutto sarà più semplice da eseguire, infatti, il nostro cervello può essere paragonato a una spugna, perché assorbe tutto quello che gli forniamo. Più ci si esercita più saremo in grado di apprendere.
Concludo sostenendo: “Sì ai compiti, ma nel modo giusto perché è così che si impara!”
Martina D’Angelo
Classe III G Scuola Secondaria di I Grado “Umberto I” di Lanciano (CH)
Totale Visite:
822