//I BAMBINI DELLA MISSIONE UNICEF DEL NIGER: I LORO SORRISI E LA LORO MISERIA.

I BAMBINI DELLA MISSIONE UNICEF DEL NIGER: I LORO SORRISI E LA LORO MISERIA.

di | 2018-06-14T15:21:27+02:00 14-6-2018 15:30|Alboscuole|0 Commenti
di Manuele Marta (3C) – Oggi 21 Maggio 2018 la nostra scuola ha ricevuto un grande regalo, non un pacco da scartare, ma un dono che ci porteremo nel cuore: abbiamo ricevuto la visita del professore Umberto Palma, ex presidente regionale dell’Unicef e missionario in Africa da tanti anni.                                                                                                                                    Gli insegnanti ci hanno riunito nell’aula magna della scuola, eravamo tutti i ragazzi delle terze medie, in realtà non sapevamo bene di cosa ci avrebbe parlato o cosa avremmo visto, sapevamo che il professore Umberto Palma lavora per l’Unicef, e quindi per i bambini bisognosi; ma quello che non sapevamo era il suo impegno ormai decennale in una missione in Niger, uno dei Paesi più poveri dell’Africa.                                                                                                                              Lui ha cominciato a parlare dei “suoi bambini”, suoi perché per lui sono come dei figli, anzi addirittura ne ha adottati alcuni; ogni anno passa una parte dell’estate in Niger, porta con sé dei soldi che ha raccolto in Italia o che dona lui stesso, e compra tutto quello che è necessario alla vita nella missione: riso, tapioca, latte in polvere, acqua pulita e anche farmaci di prima necessità, perché in missione manca proprio tutto.  Noi abbiamo capito quello che veramente lui voleva dire quando ci ha fatto vedere un video girato da lui stesso nella missione, davanti i nostri occhi si sono susseguite immagini belle e terribili insieme: bambini sorridenti che aspettavano cibo, bambini feriti, bambini malati, bambini con ferite aperte buttati in dei letti uno accanto all’altro in dei capannoni diventati ospedali. Il professore Umberto Palma con la voce commossa ci ha detto che anche per lui è difficile assistere alla sofferenza di questi bambini, perché  non ci si abitua mai a veder morire un essere umano per delle cifre veramente piccole, per esempio una bambina è morta per una gastroenterite perché mancava un farmaco, un anti-diarroico dal costo di soli 20 centesimi; certo tutti noi ragazzi abbiamo pensato che 20 centesimi per noi non sono niente, abituati come siamo ad avere molti più soldi nelle tasche e ad avere praticamente tutto. Nonostante fossimo più di 80 ragazzi, spesso chiassosi, tra di noi è calato il silenzio, perché le immagini ci hanno colpito più di qualsiasi parola; appena il filmato è finito, ci è stato chiesto se volevamo chiedere qualcosa, solo qualcuno di noi ha fatto delle domande, ma quello che ci auguriamo è che le domande vere siano rimaste nel nostro cuore e possano cambiare, almeno in parte, il nostro modo di vivere.