di Veronica Ottelli
Irene Plaskina è nata a Cernigo nel 1999, in Ucraina. Da poco in Italia, precisamente ad Artogne, l’abbiamo incontrata rivolgendole alcune domande riguardo l’attuale situazione ucraina.
1) È da tanto in Italia? Come vive questi giorni di guerra?
Sono in Italia da una settimana e questi sono giorni di grande tensione e incertezza.
2) Cosa o chi ha lasciato in Ucraina? Qual è la cosa che le manca di più del suo paese?
Quando sono partita ho lasciato mio marito, che è rimasto per difendere la sua patria che ha lasciato un vuoto, mi manca ogni giorno, ma sono fiduciosa di poterlo riabbracciare. Non è l’unica che mi manca, mi mancano i famigliari, le giornate tranquille a passeggiare in compagnia delle persone alle quali volevo bene per le strade del nostro Paese.
3) Pensa che questa situazione si risolverà?
Credo, e voglio continuare a credere, che il mio Paese ne uscirà vincitore.
4) Ripensando a quando era bambina, avrebbe mai immaginato di vivere una situazione del genere, di vivere la guerra?
No, non avrei mai immaginato di vivere una situazione perché considerando che tutti discutono di solidarietà, uguaglianza e libertà non la trovo una situazione coerente e soprattutto socialmente corretta. Trovo rivoltante l’accanimento delle milizie russe contro la popolazione e i civili.
5) Cosa racconterà ai suoi nipoti una volta che tutto questo sarà terminato?
Che è stato un periodo difficile, triste e pieno di tanta sofferenza ma che in ogni brutta situazione è sempre presente uno spiraglio di luce per sorridere e tornare tutti sereni.
6) Le piace il nostro paese?
È un bel paese, da subito sono stati tutti molto accoglienti e gentili ma… voglio poter tornare in Ucraina. Il nostro obiettivo non è quello di rimanere.
7) Un sogno che le piacerebbe realizzare?
Nessuno in particolare. Vorrei soltanto poter tornare nel mio paese, con la pace così da poter riabbracciare mio marito.