di Jasmine Zampatti e Gaia Mazzucchelli
Ventotto giorni o ventinove? Anno bisestile o “normale”? Essere o non essere? No, fermi, non è questo l’articolo sul teatro. La vera domanda oggi è: perché ogni quattro anni febbraio guadagna un giorno? Da dove arrivano queste misteriose 24 ore in più?
Ce lo siamo chiesti tutti almeno una volta, quindi, per chi ancora non conoscesse la risposta, abbiamo deciso di spiegarvelo.
Questo giorno aggiuntivo è stato introdotto “per evitare lo slittamento delle stagioni” cit. Wikipedia, ma cosa vuol dire? E chi ha preso questa decisione?
Come prima cosa facciamo un mini ripasso di scienze della Terra, perché tutto ciò è legato al moto di rivoluzione del nostro pianeta intorno al Sole. Infatti questo moto non dura 365 giorni esatti, ma 365 giorni, 5 ore, 48 minuti e 45 secondi e voi direte “si va beh ma cosa ci interessa, approssimiamo” e invece no, la fregatura sta proprio qui. Se l’anno solare e quello civile (il nostro comune calendario) fossero uguali, non avremmo bisogno degli anni bisestili.
Queste quasi 6 ore di differenza si accumulano e ogni 4 anni arriviamo ad avere 24 ore in più che vanno a formare il famoso 29 febbraio. L’anno bisestile quindi è una soluzione pratica ad un problema che ha sempre fatto scervellare gli astronomi: far andare l’anno civile di pari passo con quello solare.
Ora invece parliamo un po’ di storia e facciamo un salto indietro nel passato fino al 46 a.C., anno in cui Giulio Cesare decise di utilizzare il calendario giuliano: un calendario solare (cioè basato sul ciclo delle stagioni) inventato anni prima da un astronomo egizio.
Già prima di Cesare furono fatti vari tentativi per creare un calendario accettabile, ma la svolta fu proprio il calendario giuliano: venne stabilito che l’anno avesse 365 giorni e un giorno in più ogni 4 anni. L’anno con il giorno in più fu detto bisestile, perché si scelse di raddoppiare il 23 febbraio, ovvero il sesto giorno prima delle calende di marzo. Doppio giorno sesto, quindi bisesto (è veramente banale, ma io personalmente non mi ero mai soffermata a pensare al significato della parola).
Il calendario rimase invariato per secoli e si crede che solo nel Medioevo il giorno in più divenne il 29 febbraio.
Pensavate fosse finita qui vero? E invece no. Abbiamo detto che l’anno solare dura 365 giorni, 5 ore, 48 minuti e 45 secondi, quindi le ore di differenza dal calendario civile non sono precisamente 6, ma avanziamo qualche minuto.
Questi minuti di differenza si accumularono e arrivarono ad essere 10 giorni nel sedicesimo secolo, così, nel 1582, Papa Gregorio XIII, sostituì il calendario giuliano con quello gregoriano (tutti a dare il proprio nome ai calendari qui eh) per risolvere questo problema.
Per ‘rimettersi in pari’ e ovviare all’errore degli anni precedenti, il Papa decise di passare direttamente dal 4 ottobre al 15 ottobre.
Inoltre stabilì che diventassero bisestili tutti gli anni divisibili per 4 e anche alcuni primi anni del secolo. Non tutti perché sarebbero troppi, ma solo quelli divisibili per 400. Per esempio, il 2000 è stato un anno bisestile, mentre il 1900 no.
Nel calendario giuliano, invece, non esisteva una regola fissa, infatti il primo anno bisestile fu il 45 a.C., ma poi questa ricorrenza non fu per niente regolare e c’è tutt’oggi una certa confusione su quali anni siano stati effettivamente bisestili e quali no.
Finalmente siamo arrivati ad una conclusione, dopo mille casini, calcoli e scervellamenti vari, il calendario gregoriano è quello che usiamo ancora oggi.
Qualcuno potrebbe chiedersi “ma perché non lasciare tutto così senza anni bisestili?”
Il problema sostanziale è che se non correggessimo questo errore, nel giro di pochi decenni si avrebbe uno spostamento delle stagioni nell’arco dell’anno: a gennaio sarebbe primavera, e ad aprile sarebbe piena estate e direi che non è proprio il caso. E soprattutto nella società del passato, che si basava sull’agricoltura e sui cicli delle stagioni, questo sarebbe stato un grosso problema.
Per concludere vi lasciamo due curiosità.
Il detto “anno bisesto, anno funesto” è nato perché l’anno bisestile è da molti considerato un anno sfortunato, ma perché mai poverino? Febbraio, per gli antichi romani, era il mese dedicato ai morti, quindi non era propriamente allegro. Ma state tranquilli, le statistiche ci dicono che le sventure capitano con la stessa frequenza ogni anno, quindi l’anno bisestile è un anno normalissimo.
Un’antica tradizione irlandese vuole che le donne possano dichiararsi agli uomini solo il 29 febbraio. Altro che San Valentino!
In caso di rifiuto, l’uomo doveva addolcire la delusione della donna con un bacio, un dono in denaro, un paio di guanti o un abito di seta.
Quest’ultima cosa ci fa un po’ ridere, del tipo: ti pago per lasciarmi stare ok? Se ti do un contentino te ne vai?
Beh comunque noi personalmente lo faremmo apposta, insomma vai da uno che ti piace e anche se sai che ti rifiuterà ti darà lo stesso un bacio oppure ci guadagni, potrebbe essere un buon metodo di guadagno rapido no?
Cavolate a parte, anche oggi abbiamo finito, arrivederci a tutti e grazie per l’attenzione.