di Camilla Senigaglia, Classe 2^ B. – La natura ci regala stupende visioni, una di queste, forse fra le più affascinanti e suggestive, è l’Aurora Boreale. Personalmente ancora non ne ho mai vista una e sono sicura che, se mi capitasse mai l’occasione di vederla, certamente mi arrecherebbe grandi emozioni sapendo che essa è creata dal Cielo. Lungo il corso dei secoli la visione delle Aurore Boreali ha generato molto stupore per gli antichi i popoli, i quali, a causa della meravigliosa composizione dei suoi colori, per dare un’interpretazione al movimento dei brillanti colori analogo a delle danze, hanno prodotto racconti e leggende e creato addirittura dei miti. Secondo gli Inuit le Aurore erano gli spiriti dei defunti che tornavano sulla Terra per mettersi in contatto con i loro familiari ancora vivi. I Vichinghi credevano che questi movimenti luminosi notturni fossero le Messaggere del Dio Odino che scendevano sul campo di battaglia per cercare i guerrieri più valorosi caduti e condurli nel Paradiso del Valhalla. Per il popolo indigeno del Nord dei Sami la visione dell’Aurora era un evento nefasto attraverso il quale si annunciava l’arrivo degli Inviati del Dio Supremo i quali dovevano essere onorati con appropriati sacrifici. Per gli antichi Finlandesi l’Aurora Boreale invece era generata dalla posizione della coda della volpe artica che, essendo in ritardo per il Festival Invernale, mentre correva, stanca di tenerla alzata, l’abbassava provocando così le scintille colorate che si libravano nel cielo. Per le forti emozioni suscitate da questo incantevole evento naturale nell’animo di illustri letterati, qualcuno di loro ha scritto delle bellissime poesie e tra questi il grande poeta italiano Giovanni Pascoli il quale appunto ne ha dedicata una per esaltare la straordinaria bellezza che rientra nel grande mistero della creazione di Dio: “E nella notte giovinetto insonne vidi la luce postuma, lo spettro dell’alba: tremole colonne d’opale, ondati archi d’elettro. E sotto i flessi archi e tra le frante colonne vidi rampollare il flutto d’ampia chiarità, cangiante al palpitare del grand Tutto”. Ci sono, inoltre, dei particolari riferimenti storici di avvistamenti delle Aurore Boreali. Uno molto importante è quello accaduto il 28 agosto del 1859 quando alcune di esse coprirono un ampio territorio americano. Il giorno successivo l’astronomo inglese Richard Christopher Carrington osservò che sul Sole c’erano delle vistose macchie dalle quali partivano dei lampi di luce biancastra che successivamente li replicava in intense ondate di luce. Questo fatto, approfondito con ulteriori studi derivati dall’osservazione della ‘Grande Aurora’ permise di formulare la nuova teoria dell’origine dell’Aurora Boreale che sostituì quella precedente che si fondava sulle ipotesi dei lampi di luce riflessa sugli iceberg. L’evento del 1960 provocò delle interruzioni radio su tutto il nostro Pianeta. Il fenomeno delle Aurore Boreali in Italia è insolito ma quello accaduto tra la notte del 17 e 18 novembre del 1947 fu visibile e ben osservato dagli astronomi dell’Osservatorio di Capodimonte in provincia di Napoli dove il pittore Salvatore Fergola realizzò due dipinti. L’Aurora è Boreale se si verifica nell’Emisfero Nord mentre è Australe se si verifica nell’Emisfero Sud. Come tonalità di colori variano dal colore rosso al verde ma ci sono anche qualche volta degli aloni azzurri che sono denominati ‘archi aurorali’, queste aurore si trovano a circa 100 Km sopra la superficie terrestre. Le Aurore all’inizio possono essere quasi immobili e poi iniziano a muoversi avvolgendosi su se stesse e a dirigersi verso il campo magnetico. Dopo la mezzanotte si formano delle macchie solari e i fasci di luce lampeggiano per 10 secondi e sono visibili ai Poli Magnetici della Terra. Le Aurore prodotte dagli elettroni, ma in particolare dai protoni, a volte con la loro visione, si possono sentire anche dei suoni elettro-fonici denominati ‘bolidi’ cioè dei sibili che sembrano cori di uccelli noti come ‘Aural Chorus’ dovuti all’aumento della ionizzazione dell’atmosfera che si possono ascoltare utilizzando speciali ricevitori per onde VLF. Le cause che fanno originare le Aurore si trovano sul Sole infatti compaiono delle macchie solari che formano il vento solare che viaggia dai 400 agli 800 Km/s il quale trascina parte del campo magnetico che però funziona come scudo e protegge la Terra dall’impatto diretto. La mia personale conclusione: “Questo meraviglioso fenomeno ottico è uno dei più belli che la Natura ci ha donato. I suoi colori accesi che brillano nel cielo notturno insieme a i suoi spostamenti eleganti nell’oscurità della fredda notte artica non può che suscitare profonde emozioni nell’animo umano!”.