L’utilizzo dei cellulari da parte degli alunni costituisce oggi un problema da non sottovalutare. Spesso i docenti sono costretti a richiamare i ragazzi che ne fanno uso eccessivo, nonostante sia proibito.
Anche nel nostro istituto ogni giorno possiamo notare quanto lo smartphone sia sempre più usato, davanti ai prof, durante la lezione, nei corridoi e nei quindici minuti di ricreazione, un momento in cui bisognerebbe e sarebbe positivo concentrarsi maggiormente sulla socializzazione tra ragazzi… e invece no, ci si limita ad usare uno schermo luminoso come pausa e distrazione. Il cellulare è utile ma solo se impiegato in modo adeguato, nei momenti giusti e ad uso didattico, ovviamente. E’ un mezzo di comunicazione molto utile ma al tempo stesso molto rischioso in quanto se utilizzato male porta a gravi
conseguenze. Il regolamento scolastico è chiaro in proposito, ma il divieto viene frequentemente aggirato (di nascosto o meno), per la necessità di doverne fare uso anche per controllare l’ora. Abbiamo chiesto a degli alunni di classe terza cosa potrebbe succedere se ogni mattina fossero costretti a riporre il cellulare in una scatola per poi riprenderlo solo alla fine delle lezioni. La risposta è stata immediata ed unanime: “Come facciamo senza?”. Ebbene sì, si può dire che ci sarebbe una conseguenza peggiore se si
privasse totalmente l’uso di tutti questi dispositivi, poichè per tutti gli adolescenti ormai rappresenta una totale dipendenza. Tuttavia, anche se si mandassero dei segnali per far capire ai ragazzi che
un utilizzo eccessivo dei telefoni non è un bene nè per loro nè per l’intera collettività risulterebbe un tentativo inutile. Su tale problema, in definitiva, si evidenziano due posizioni: la prima pensa
che l’uso del cellulare sia positivo perchè è fonte di informazione facile ed accessibile a tutti, mentre l’altra pensa, invece, che sia negativo in quanto aumenta la distrazione generale creando disagi durante
la lezione e nei rapporti sociali. Di situazioni del genere capitano in tutte le classi e ogni giorno. Per esempio, può capitare che durante l’ora di storia sia possibile utilizzare il cellulare con il consenso della professoressa per delle ricerche su fatti accaduti in passato che magari non sono presenti sui libri. Oppure, che durante una qualunque spiegazione o con professori più tolleranti, si tenda, anche per pochi minuti, a distrarsi navigando in internet o chattando con amici impedendo in tal modo un corretto apprendimento. Ed è proprio per tutti questi motivi che si potrebbe attenuare la dipendenza dei ragazzi dal cellulare attraverso il buon senso cercando di capire che c’è un limite a tutto.
Anna Di Ronza, Martina Tana e Nicola Pio D’Alterio (3^ A)