//Gli eroi nella vita reale

Gli eroi nella vita reale

di | 2020-03-23T15:52:03+01:00 23-3-2020 15:51|Alboscuole|0 Commenti
I giorni passano, portando con sè dolore e angoscia. Questo virus sembra non volersi fermare e questo lunghissimo periodo  non voler concludersi mai, soprattutto per coloro che in questi giorni continuano a combattere affinché tutto possa finire al più presto. Quest’ultimi sono i numerosissimi medici, infermieri, eroi che in questi giorni  lavorano senza sosta, soffocati da un’immensa paura di non riuscire a salvare il maggior numero di persone. Indossano una tuta di colore blu e una mascherina al viso, li riconosci anche attraverso i  loro occhi, stanchi e desiderosi di ritornare alla normalità. Lavorano 24 ore su 24, dal lunedì alla domenica, senza mai fermarsi e ovviamente ,ora dopo ora, giorno dopo giorno, la stanchezza aumenta a dismisura ed il loro coraggio, l’amore che provano nei confronti del loro lavoro diventano gli unici strumenti in grado di sovrastare ogni stanchezza o  paura. Ad aumentare, in quest’ultimi giorni, sono poi le testimonianze di tutti quei medici che lavorano nei vari ospedali italiani .  Tra queste, quella dell’infermiera Martina Benedetti che lavora  presso l’ ospedale di Massa Carrara: “Ho dovuto postare sui social la foto del mio viso segnato dalle ore di lavoro senza sosta con la mascherina, per far capire alle persone in che condizioni stiamo operando e che è importante stare a casa se vogliono aiutarci” dice ,”La situazione attuale in ospedale, come si può ben capire è drammatica” continua. Oppure  Melinda Dalla Libera, infermiera in prima linea di un ospedale in provincia di Verona:” Ho paura, ma il mio è il lavoro più bello che potessi fare” afferma l’infermiera. Ed infine la testimonianza di Carlo Anelli  dell’ospedale di Niguarda di Milano. Il dott. Anelli, medico da 34 anni e da 20 caposala, sempre in terapia intensiva, fa un quadro drammaticamente reale della situazione che tutti i medici e gli infermieri stanno vivendo. Dice, con le lacrime agli occhi ” In 34 anni vissuti in terapia intensiva, di situazioni critiche ne ho viste tantissime, ma questa è un’altra cosa. Lavoriamo 24 ore su 24, ma la fatica più devastante non è quella fisica, ma quella psicologica. Io e i miei ragazzi”, -così chiama gli infermieri che lavorano con lui- ” cerchiamo di fare da tramite fra i malati e i parenti a casa, dando loro notizie. Cerchiamo di capire queste povere persone guardandole negli occhi, perché solo quelli possono usare per comunicare, visto che non possono parlare; ma la cosa più atroce e più drammatica è che queste persone muoiono da soli, lontani dai loro cari che non li rivedranno più. In questo momento di guerra,noi operatori non abbiamo nessun supporto psicologico e quando, ormai stremati,  per riposarci, io e gli infermieri che lavorano con me, ci mettiamo attorno ad un tavolino, io raccolgo le loro tensioni,e, spesso, i loro pianti. Io da capo, e il capo non può piangere mai, cerco di supportarli e sostenerli, ma a fine di tutto questo, ci sarà da lavorare sui miei ragazzi”. Dopo queste drammatiche parole l’unica cosa che noi possiamo fare è ” RESTARE A CASA”, anche se c’è gente che sembra non voler capire. Sono ancora tante, infatti, le persone che non rispettano le regole emanate dal governo.  Agire di testa propria, però, non farà altro che aggravare la situazione; proprio per questo, sia per me, sia per le persone che mi circondano, che per i numerosi medici che in queste ore lavorano senza sosta ”  IO RESTO A CASA” e prego anche te, che in questo momento stai leggendo, di rimanerci . Paola Lanzetta 3H