a cura di Pipia Vanessa – classe II/C- scuola secondaria di I grado-
Siamo ad Assisi intorno al 1470. Giulia si tolse la sua camicia da notte di lino pesante e indossò il suo abito preferito. In quel periodo gli abiti erano lunghi con la vita alta e potevano avere lo strascico: i capelli delle donne erano raccolti all’indietro e li adornavano con nastri. Oltre al vestito rosso porpora di lana pesante indossò un mantello perchè faceva freddo, era gennaio. Dopo aver fatto colazione con un pezzo di pane e del formaggio decise di uscire per andare al Monte di Pietà per portare alcuni oggetti in cambio di denaro. Uscendo di casa salutò sua madre e il suo figlioletto Francesco. Il Monte di Pietà era un posto dove se tu portavi degli oggetti loro ti davano del denaro. Lungo la strada incontrò una sua amica, Ginestra del Tacco, e fecero due chiacchiere. Dopo averla salutata, Giulia si incamminò per via San Rufino, passò davanti al laboratorio del fabbro e a quello del vasaio Rufino. Arrivata davanti al Sagrato della chiesa vide uscire dei frati che avevano appena pregato. Arrivata a destinazione tirò fuori dal suo sacchetto di tessuto, “una collana di coralli, dei topazi un piccolo anello d’oro e altri piccoli oggetti in argento”. Il funzionario scrisse su un registro il nome, il cognome, l’elenco degli oggetti che aveva portato e il denaro che lei aveva ricevuto in cambio. Giulia era la moglie di un commerciante di tessuti di Assisi. Lui era lontano da mesi e quindi gli affari non andavano tanto bene; per questo motivo Giulia aveva deciso di impegnare quegli oggetti. Dopo aver ricevuto il prestito rientrò a casa, accudì suo figlio e continuò a ricamare il telo che aveva iniziato qualche tempo prima. Giulia de Mattone, nonostante tutto, era fortunata: come quasi tutte le donne della borghesia aveva ricevuto un’istruzione e doveva occuparsi solo della cura della casa e dei figli. Certo, pensava, le donne nobili erano ancora più fortunate e potevano ricevere un’istruzione più completa e studiavano musica, filosofia, arte e canto. La vita più dura, pensò tra sé e sè Giulia era quella delle donne del popolo e delle contadine che, oltre ad occuparsi dei figli e fare i lavori domestici, aiutavano i padri e i mariti nei campi. Tutto sommato era fortunata!