Autore
Michele Guarino, 3°C
Scuola secondaria di primo grado “S. G. Bosco – A. Manzoni” , Toritto (Ba)
Caro diario,
Oggi 06/03/2019 sono qui per raccontarti dei Giusti, ovvero di persone che hanno fatto del bene, ma in particolare vorrei narrare di Angelo Giuseppe Roncalli, meglio conosciuto come Papa Giovanni XXIII, proclamato Giusto tra le Nazioni in onore delle sue azioni compiute per aiutare gli ebrei perseguitati, durante la Seconda Guerra Mondiale, dai Nazifascisti. Con l’ emissione di “Certificati di immigrazioni” in Palestina, tramite il Corriere diplomatico del Vaticano, riuscì a salvare migliaia di ebrei dai campi di sterminio.
Grazie al suo operato la Chiesa Cattolica si soffermò sui problemi dell’umanità, tentando di proporre delle soluzioni. Giovanni XXIII, nel 28 Ottobre 1958, venne eletto con grande stupore al soglio pontificio.
Secondo alcuni sarebbe stato scelto solo per la sua età avanzata, in modo da essere un Papa di transizione.
Però con la sua gentilezza e la sua esperienza diplomatica, Giovanni xxiii, riuscì a conquistare l’affetto del mondo cattolico e anche la stima dei non cattolici.
La figura di Giovanni XXIII divenne ben presto un’icona mondiale, in merito alle numerosissime lotte contro il razzismo e l’antisemitismo.
Tra le sue numerose frasi quella che più mi ha colpito è la seguente:<<La mia persona conta niente, è un fratello che parla a voi>>.
Essa è stata enunciata, l’11 Ottobre del 1962, in occasione della serata del Concilio nella Piazza di San Pietro.
Caro diario, questa frase mi ha colpito perché, Papa Giovanni XXIII, mette da parte il suo prestigio, la sua fama, dovuta al suo titolo di Papa, per parlare alla gente da fratello e poi da padre, dopo esser stato proclamato tale dal Signore.
La figura di Papa Giovanni XXIII mi ha fatto riflettere molto e mi ha fatto notare che è molto diverso dai Papi del passato perché ha sempre cercato
l’Umanità, la Fede e soprattutto il coraggio in ogni azione, che ha posto in essere, per cui è da considerarsi un grande “Esempio” per noi giovani e per le generazioni future.
Lui ha sempre aiutato chi ne aveva bisogno e chi era in serie difficoltà, come si può evincere da numerose testimonianze. Una fra tutte: salvò una nave piena di bambini ebrei tedeschi, giunti nel porto di Istanbul.
Secondo le regole della neutralità la Turchia avrebbe dovuto rimandarli in Germania, dove quei bambini sarebbero finiti nei forni crematori. Monsignore Roncalli provò ogni via e non si diede pace finchè non riuscì a porli in salvo.
Quindi in maniere convinta anch’ io non esito a definirlo “PAPA BUONO”.
Si, caro diario è proprio lo stesso appellativo che per la prima volta gli hanno dato i cattolici turchi, quando salvò migliaia di ebrei dalle deportazioni nei lager nazisti, nella loro lingua lo chiamavano: “Diado” che significa PADRE BUONO.
Ora ti saluto,
Caro diario a presto!