di Francesco Caputo classe II F – Durante l’estate la nostra docente di italiano ci ha assegnato la lettura del libro “Per questo mi chiamo Giovanni”, scritto da Luigi Garlando, un libro che ho scoperto molto interessante e ha suscitato in me il desiderio di conoscere. Ho cominciato a leggere in rete notizie, curiosità e vi garantisco che l’archivio è stracolmo. E’ stato un personaggio molto importante per la nostra Italia ed è giusto conoscere le sue idee e portarle avanti.
Tutto parte dal 23 Maggio 1992: una data che sentiamo spesso ricordare.
Beh se ve lo state chiedendo questa è la data della morte di uno dei più famosi magistrati, ma anche giudici, italiani: Giovanni Falcone. E’ stato vittima di mafia, come il collega e amico Paolo Borsellino, per mano della cosca mafiosa “Cosa Nostra”, l’organizzazione mafiosa più celebre di Palermo. Il magistrato aveva arrestato una marea di mafiosi e voleva vedere la Sicilia libera dal “Mostro”, dalla mafia. Ad uccidere Falcone, insieme alla moglie Francesca e tre ragazzi della sua scorta, fu una bomba posizionata sotto un cunicolo dell’autostrada, l’autore fu il mafioso Salvatore Riina e la sua banda.
L’ attentato avvenne alle ore 17:57 sull’ autostrada A29 tra Capaci e Palermo precisamente nel territorio dell’isola delle Femmine.
Ma chi era Giovanni Falcone? Era un uomo dall’animo buono e onesto, fin da bambino, e fu costretto, per il suo ruolo, a condurre una “Vita da topo”. Anche Giovanni aveva delle passioni: gli piaceva molto nuotare, ma era costretto ad andare in piscina la notte. Non poteva più andare al cinema o al ristorante perché metteva a rischio la sua vita e quella di persone innocenti.
Inizialmente per paura che lo uccidessero da un momento all’altro, non voleva avere relazioni di nessun tipo, per evitare di mettere in pericolo persone a lui care…ma l’amore non ha limiti e quando incontrò Francesca, che praticava il suo stesso lavoro e poteva capire la sua ‘strana’ vita, se ne innamorò subito. Le loro nozze furono celebrate in gran segreto tanto che vennero invitati solo i genitori. Proprio per la loro posizione, Giovanni e Francesca decisero di non avere figli. Durante la sua vita, Falcone conobbe molti combattenti di mafia tra cui: Giuseppe Di Lello Finuoli, Leonardo Guarnotta, Giacomo Conte, Gioacchino Natoli, Ignazio De Francisci ed insieme con il famoso maxi-processo, condannarono 475 mafiosi. Ogni 21 marzo,dal 1996,viene celebrata la Giornata della Memoria e dell’Impegno in ricordo delle vittime della mafia.
Ogni anno,dal 1996,in tutte le città, viene letto un elenco di circa novecento nomi di vittime innocenti. Ci sono vedove, figli senza padri, madri e fratelli.
Giovanni Falcone e Paolo Borsellino sono due giudici siciliani che hanno dedicato e sacrificato la loro vita per combattere la mafia. Una delle ultime frasi che Falcone ha pronunciato “gli uomini passano, le idee restano e continuano a camminare sulle gambe di altri uomini”, è quella che più mi ha colpito. Giovanni Falcone era fermamente convinto che, qualora fosse stato ucciso, altri avrebbero continuato la sua opera e lottato come lui per sconfiggere la mafia.