//Giovani “giornalisti” in Presidenza

Giovani “giornalisti” in Presidenza

di | 2021-06-18T20:09:44+02:00 18-6-2021 20:09|Alboscuole|0 Commenti
La ricreazione sta per terminare. In uno dei corridoi della scuola, davanti alla Presidenza, tutti con la nostra bella mascherina, ci siamo: Alice, Iago, Eleonora, Angelo, Giorgia e Vitantonio; un piccolo gruppo, sorteggiato all’interno della Redazione. Attendiamo, armati di carta e penna, di poter intervistare il nuovo Dirigente, Raffaele Mazzelli, per “Il Giornalino della Parini”. La prof.ssa Dalfino ci raggiunge; il Preside compare sull’uscio e ci dice sorridendo: “Qualcuno deve fare un’intervista?” Entriamo: restando a distanza, formiamo un semicerchio intorno alla scrivania del Dirigente. Il più emozionato di tutti sembra Iago: mentre Vitantonio pone la prima domanda, gli cadono fogli e penna… Non osa raccoglierli, poi la professoressa lo incoraggia… “Quale percorso di studi ha svolto? Quando era studente, cosa pensava della scuola?” “Ho frequentato le Scuole Magistrali (attuali Licei Pedagogici). Pensavo…molto male della scuola! Ero vivace e avevo qualche difficoltà in matematica; non riuscivo a entrare in relazione con la mia docente. Oggi sono convinto che le conoscenze che i ragazzi acquisiscono dipendano in gran parte proprio dal tipo di relazione che si riesce a creare con gli insegnanti.  Dopo il diploma ho studiato Legge e sono diventato avvocato, ma non mi sono iscritto all’Albo.” “Cosa l’ha portata a diventare Preside?” “Come insegnante, nella scuola primaria, ero stato Vicario per molti anni. Ho potuto quindi apprezzare una visione globale della scuola e fare molta esperienza amministrativa. Ho quindi deciso di partecipare al concorso per Dirigenti. “ “In cosa consiste, esattamente, il suo lavoro?” “Il nostro lavoro sta nel favorire, anzitutto, il successo scolastico degli alunni e nell’orientarne le scelte, in collaborazione con i Docenti”. “Come si è sentito quando ha ricevuto il primo incarico da Dirigente scolastico?” “Sicuramente avvertivo la responsabilità, il peso dell’incarico. Mi è stato affidato l’Istituto “Pinto-Anelli” di Castellana Grotte, quindi il Liceo “San Benedetto” di Conversano. Non avevo ancora diretto un Comprensivo ed ho scelto di cambiare tipologia di scuola.” “Come le è sembrata la nostra scuola?” “Ho trovato la Parini in ottime condizioni. Il mio predecessore, prof. Tricase, che conoscevo come Sindaco di Castellana, aveva compiuto un buon lavoro”. “Cosa prova se arrivano in presidenza alunni che si sono comportati male?” “Vivo la situazione in chiave introspettiva: mi rivedo alunno, vedo in lui me stesso. Penso che la scuola debba far emergere la bontà di fondo che a mio parere è innata nei ragazzi: sono un Rousseauiano. Oggi più che mai è importante far attenzione alla “deriva digitale”: a ragazzi che possono peggiorare per mancate relazioni e possono trasformarsi in bulli o in vittime di bullismo.” “Quali sono i vantaggi e gli svantaggi dell’essere Preside piuttosto che Insegnante?” “Anche come Preside ottengo, benché indirettamente, soddisfazioni dal buon profitto degli alunni e dall’apprezzamento dei genitori. Gli svantaggi non sono pochi: tanta responsabilità; qualche inghippo c’è sempre. Posso fortunatamente contare sulla collaborazione del mio DSGA” “Qual è stata la più grande soddisfazione della sua carriera?” “Non ho ancora fatto bilanci. Ciò che più mi gratifica è la stima e l’affetto dei ragazzi. Ricordo con piacere un viaggio di istruzione a Londra: il rapporto con gli studenti si era fatto meno formale, confidenziale, quasi familiare. È stata davvero una bella esperienza.” “Qual è il suo stato d’animo nella gestione del nostro Comprensivo in periodo di pandemia?” “Molto preoccupato, malgrado l’atteggiamento maturo mostrato da tutti: docenti, collaboratori e ragazzi. Infatti, grazie ad un protocollo molto rigido, nel Comprensivo non sono stati molti casi di Covid. Certo, si soffre per le restrizioni. Speriamo davvero che tutto finisca con le prossime vacanze. “Cosa pensa della DaD e della didattica mista? Pensa che siano efficaci?” “Penso che siano surrogati, che siano un rimedio, l’unico possibile. Manca l’elemento fondamentale, presente nella vera didattica, che è la relazione. La didattica mista o a scelta dei genitori crea inevitabili problemi di amministrazione, di connessione, di frustrazione da parte dei docenti che sono costretti ad affrontare le più varie difficoltà.” “Secondo Lei, quali aspetti della Scuola italiana bisognerebbe cambiare?” “La Scuola italiana presenta carenze antiche e diverse: limiti nell’edilizia, aule piccole o poco spaziose, classi troppo numerose, riduzioni di personale. Sembrava che gli interventi legislativi legati al Covid19 potessero in parte porre rimedio a questi problemi, ma non tutto è stato risolto. Sono arrivati nuovi docenti e nuovi collaboratori scolastici. Tuttavia nelle classi si può ancora superare il numero di 20 alunni e spesso questo accade. Dal punto di vista pedagogico-didattico, ritengo che la Scuola italiana funzioni; non ancora dal punto di vista strutturale.” Il Dirigente ha risposto a tutti con grande affabilità, punteggiando di sorrisi le sue parole, tanto che a sorpresa interviene Alice: “Allora, signor Preside: oggi ho capito che Lei è molto serio nel suo lavoro, ma con noi ragazzi non è TROPPO serio.”  “Certo! Mai prendersi TROPPO sul serio!”, le risponde il Preside. Ci sembra molto contento. Lo ringraziamo per la disponibilità, sperando che anche questa piccola intervista possa far parte dei sui ricordi scolastici più cari.
  • Putignano, 12 maggio 2021
  • La Redazione.