Ginosa rientra anche quest’anno tra le destinazioni delle Giornate FAI di Primavera, manifestazione nazionale dedicata alla riscoperta del patrimonio storico, artistico e culturale del nostro Paese, con quattro luoghi. Piazza Orologio, Palazzo della Cultura, Palazzo Tarantini e la Chiesa di San Giuseppe: sono questi i luoghi individuati visitati sabato 23 e domenica 24 marzo.
La storia e le particolarità delle tre suggestive location sono state descritte dai giovanissimi “Apprendisti Ciceroni’’ degli Istituti Comprensivi Calò e Deledda-S.G.Bosco. Gli studenti delle scuole secondarie di I e II grado, infatti, hanno accompagnato e accolto i turisti in due giorni all’insegna della cultura, che vanta ben 26 anni di storia.
Non solo un’esperienza che va ad arricchire il bagaglio culturale di ogni visitatore, ma un’occasione straordinaria di incontro tra persone di età, interessi e provenienza diversi, unite dal desiderio di conoscere luoghi eccezionali, doti proprio territorio.
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Anche quest’anno Ginosa aderisce alle Giornate FAI di Primavera – ha dichiarato l’Assessore all’Ambiente e Territorio Filomena Paradiso –
porte aperte a tre luoghi identitari della nostra città, davanti ai quali spesso passiamo dandogli una veloce occhiata, ma di cui non conosciamo la storia. Una importante occasione per far conoscere Palazzo Tarantini coi suoi splendidi affreschi, la Chiesa di San Giuseppe con dipinti di alto valore artistico e naturalmente Piazza Orologio.”
Per prima cosa noi di I A abbiamo visitato il Palazzo della cultura, dove alcuni ragazzi di terza ci hanno parlato della grande guerra, come si viveva, cosa si mangiava e di un eroe di guerra ginosino: Vito Busto. Successivamente abbiamo visitato Piazza Orologio, qui ci hanno spiegato la sua struttura e la sua storia. Poi di fronte, ragazzi della Deledda-Bosco, ci hanno parlato di palazzo Tarantini, spiegandocelo nei minimi dettagli. Infine ci siamo recati presso la Chiesa S. Giuseppe, dove i ciceroni ci hanno descritto quadri e statue.
È stata una bella esperienza visitare luoghi spesso chiusi al pubblico e speriamo di poterla rivivere nei prossimi anni.
Alessandro Cellamaro
Giuliano Lovecchio
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