In occasione della recente GIORNATA INTERNAZIONALE CONTRO LA VIOLENZA SULLE DONNE, durante l’ora di Italiano, nella classe 4^ C sono stati proposti la lettura e il commento dell’ interessante articolo “Tre strade per fermare la violenza sulle donne” di Barbara Stefanelli (Corriere della sera, 25/11/20).
Ecco le riflessioni di alcune alunne.
GIOVANNA:
Un uomo che ci picchia non ci ama, o quantomeno ci ama male. Un uomo che ci picchia non fa per noi, dobbiamo capirlo dal primo schiaffo e lasciarlo immediatamente. Ognuna di noi deve sentirsi libera e soprattutto non essere giudicata a primo impatto. Ci vuole coraggio per affrontare ciò, ma a volte per paura si perde anche il coraggio mentre gli uomini per sentirsi forti dovrebbero proteggerci non picchiarci. Spero che un giorno tutti capiscano e ci sia una fine a questo drammatico problema.
MARGHERITA:
Le “ tre strade” indicate per fermare la violenza sulle donne per me sono tutte più che ragionevoli, perché la donna ha bisogno di indipendenza economica soprattutto se ha dei figli, ha bisogno di un posto sicuro di protezione in caso di ribellione contro degli esseri indecenti e non deve essere giudicata per l’apparenza, perché può solo farla chiudere in se stessa e continuare ad affrontare quella guerra da sola.
MARIA:
Nei confronti delle donne ci possono essere tanti “pregiudizi inconsapevoli”: •per una gonna corta,subito viene data della poco di buono. •per le persone che si frequentano. •se una donna è troppo magra, troppo grassa, si trucca troppo, si trucca poco… I pregiudizi esisteranno sempre, dobbiamo essere noi donne, o anche uomini, a fregarcene, perché ci saranno sempre persone che ti giudicheranno per qualcosa.
MARIA PIA:
La “Giornata mondiale contro la violenza sulle donne” non deve essere una mera ricorrenza ma soprattutto un momento in cui rinnovare quello che deve essere un “patto di alleanza” contro ogni forma di violenza sulle donne. Oggi più che mai c’è la necessità di un impegno comune e concreto per la difesa “dell’altra metà del cielo”, per un’ulteriore promozione della parità reale. In tempo di Covid ci si mette pure la violenza, quale esito estremo di diseguaglianze e di discriminazioni di genere che si alimenta dell’emergenza sanitaria ed economica. Va combattuto, dunque, ogni rischio di arretramento culturale: la violenza contro le donne non è un problema del singolo ma un fenomeno che ha radici culturali profonde e su cui occorre intervenire sempre. La donna deve combattere molto spesso con la diffidenza iniziale. Una donna deve sempre dimostrare qualcosa in più. Non si parte mai da zero, ma da uno scalino sotto. Nell’essere donna, per essere credibili, dobbiamo dimostrare competenze e sviluppare un atteggiamento corretto nella comunicazione. Non è possibile pensare di fare carriera per atto dovuto.
MARTINA: La lettura di questo articolo ha suscitato in me molte emozioni. Personalmente, mi reputo molto femminista; ma il tipo di femminismo che intendo io non è quello che promuove la donna come superiore all’uomo. Al contrario, è quello che pone ambedue sullo stesso piano, che li considera uguali a tutti gli effetti. È straziante per me pensare che nel 2020 esistano ancora uomini che si sentono in diritto di controllare, manovrare o distruggere la vita di una donna. L’autrice dell’articolo, ha spiegato nel modo migliore possibile quello che purtroppo, ancora, succede tre le mura domestiche; violenze fisiche e verbali, frutto della frustrazione che gli uomini riversano nei confronti delle donne che spesso restano in silenzio per amore o per il bene dei propri figli. Le strade indicate dall’autrice sono secondo me le più giuste da prendere, affinché le donne possano sentirsi protette e sostenute, non sole e abbandonate ad un destino crudele. Da tempo mi pongo un quesito : “Perché insegnano a noi donne come comportarci per evitare violenze, anziché insegnare agli uomini ad essere meno virili”?
ROSA :
È triste che al mondo d’oggi una donna di sera ha paura di stare in giro sola, abbia paura di prendere un treno, e inizia a registrarsi per avere le prove se ci dovesse succedere qualcosa di brutto.
È triste che una donna di sera abbia paura di uscire da sola perché potrebbe accadere qualcosa.
Nel 2020 non è possibile che una ragazza non possa camminare normalmente per strada senza preoccupazioni, ed è brutto pensare che purtroppo dobbiamo convivere con questa drammatica realtà.
Ed è ancora più brutto quando credi che un tuo atteggiamento, anche una sola parola, un urlo, possa creare una cattiva reazione nell’altra persona e quindi stai lì ferma, senza forze e non fai nulla.
Molti uomini e ragazzi si comportano in modo sbagliato, però non devono insegnare a noi donne come dobbiamo vestirci, non devono insegnare noi come fare in caso di violenza ma devono insegnare ai figli maschi l’educazione e il rispetto verso una donna. Ciò è più importante di qualsiasi altra cosa. ###################
(Contributi di Giovanna Istria, Margherita Sabatino, Maria Verde, Maria Pia Di Martino, Martina Di Micco, Rosa Galluccio) – CLASSE 4^ C