di Vittoria Molin, Classe 3^ B. – Care lettrici e cari lettori oggi con voi voglio affrontare un tema molto delicato che sono sicura che vi colpirà nel profondo. Quest’uomo è stato un eroe nazionale e per quello che è riuscito a compiere è stato anche inserito nei ‘Giusti tra le Nazioni’. Mi sto riferendo a Giorgio Perlasca. L’argomento dell’articolo è chiaramente inerente alla recente ‘Giornata della Memoria’ dello scorso 27 gennaio. Ecco la sua biografia. Era nato nel 1910 a Como ed è morto a Padova nel 1992, perché quando era bambino suo padre, per esigenze lavorative, si trasferì nel piccolo Comune di Maserà in provincia di Padova. Da giovane aderì al Partito Nazionale Fascista. Si arruolò nelle Camice Nere e faceva parte della Milizia Volontaria per la Sicurezza Nazionale come artigliere della 2^ Divisione CC. ’28 Ottobre Libia’. Partì come volontario per l’Etiopia nel 1936 e l’anno successivo partecipò alla Guerra Civile Spagnola a sostegno del dittatore Francisco Franco. Rientrato in Italia decise di staccarsi dal Fascismo essendo in totale disaccordo con le leggi razziali. Nel 1940 si sposò con Romilda Del Pin. Nel 1941 lavorò in Croazia, Serbia e Romania e l’anno successivo fu agente di commercio di bovini alle dipendenze di una ditta di Trieste si spostò a Budapest in Ungheria. Dopo l’armistizio dell’8 settembre del 1943 rifiutò categoricamente di unirsi alla Repubblica sociale Italiana di Mussolini. Per questa sua scelta categorica divenne un ricercato e fu arrestato però, utilizzando un fittizio permesso medico, scappò e si nascose all’interno dell’ambasciata spagnola. Grazie al foglio di permesso che gli garantiva assistenza diplomatica, che gli era stato rilasciato per aver partecipato alla guerra civile spagnola, ottenne la cittadinanza e per l’incarico diretto ricevuto dall’ambasciatore si occupò del controllo degli ebrei che cercavano rifugio presso la legazione spagnola utilizzando dei documenti che provavano una finta discendenza spagnola. Nel 1944 Giorgio Perlasca, quando l’ambasciatore scappò dall’Ungheria per non aderire al governo filo-nazionalista ungherese, si finse il sostituto console, rendendosi conto che i salvacondotti disponibili erano soltanto 300, rilasciò migliaia di certificati falsi e diede rifugio a moltissimi ebrei. Ben oltre 5000 ebrei così scamparono la morte e in più personalmente scongiurò l’incendio al ghetto di Budapest. Questa sua grande impresa non venne riconosciuta fino al 1989 quando gli fu dato il titolo di ‘Giusto tra le Nazioni’ da Israele. Il 2 giugno del 1990 fu ricevuto al Quirinale dall’allora Presidente della Repubblica Francesco Cossiga per comunicargli che gli sarebbe stata concessa la pensione vitalizia prevista dalla Legge Bacchelli. L’anno successivo il suo merito fu riconosciuto anche in Spagna e in più gli venne conferita l’onorificenza di Grande Ufficiale al Merito della Repubblica Italiana. Giovanni Perlasca morì a Padova nel 1992 a causa di un infarto ed è sepolto proprio a Maserà. Ancora oggi ricordiamo quest’uomo per il suo coraggio e per tutte le persone che è riuscito ad aiutare.