di Giuseppe Scala (classe 3^E)- Il nostro territorio pullula di persone che professano diverse religioni. La libertà di culto è un diritto di tutti, come sancisce l’articolo 19 della Costituzione italiana:
Tutti hanno diritto di professare liberamente la propria fede religiosa in qualsiasi forma, individuale o associata, di farne propaganda e di esercitarne in privato o in pubblico il culto, purché non si tratti di riti contrari al buon costume.
La città di Nola, nelle ultime settimane, è stata teatro di un grave e gratuito oltraggio al culto cristiano cattolico e alle autorità religiose, sia locali che nazionali. Una vera e propria eresia si è insinuata tra molti giovani, come un fiume in piena che, pur di scorrere, straripa travolgendo cose e persone.
Per “Eresia” si intende una dottrina che si oppone direttamente e contraddittoriamente a una verità rivelata e proposta come tale dalla Chiesa cattolica.
Il fatto si è consumato in un locale cittadino, dove un gruppo di giovani ha organizzato una festa a tema “Eresia” con delle croci rovesciate che adornavano l’ambiente.
È stato anche realizzato una parodia che sbeffeggia il Papa, modificando ai limiti della blasfemia alcune parole e trasformando il celebre annuncio cerimoniale “Habemus Papam” in “Habemus Party”.
In un’intervista ad uno degli organizzatori è emersa una realtà a dir poco sconvolgente sui modelli seguiti per organizzare il party. Infatti, ad una precisa domanda della giornalista, questi ha risposto: “ci siamo ispirati un po’ alle serie TV”.
La televisione, che oggi è uno dei principali mezzi di comunicazione in grado di influenzare fortemente il subconscio del telespettatore, dovrebbe diffondere tra il pubblico messaggi positivi e modelli che perseguano dei veri ideali e non delle utopie, peggio ancora se offensive e contrarie ai principi costituzionali.
Ho notato, dalle risposte fornite durante l’intervista, una certa freddezza nei confronti dei cristiani, nonostante lo stesso soggetto intervistato si professi credente.
Secondo quest’ultimo “Eresia” è un party che va contro gli schemi monotoni del sabato sera, nulla di più e di diverso. La questione, poi, della croce al contrario è “solo un dettaglio scenografico”.
Si tratta di un atteggiamento fortemente ingiurioso nei confronti della comunità cattolica, frutto di ignoranza e pressappochismo.
Anche l’Arcivescovo di Nola, Sua Eccellenza Monsignor Francesco Marino, è intervenuto sulla vicenda in quanto diretto interessato e pastore della Diocesi nolana, inviando ai fedeli una lettera aperta.
Per tutta risposta ha ricevuto l’ignobile invito a partecipare al prossimo party.
Ciò che è accaduto, dal mio punto di vista, merita una più attenta e profonda riflessione che parta dalle scuole e si estenda a tutta la società civile. Non dimentichiamoci che la ghettizzazione di idee e poi delle persone ha dato il via al grande olocausto.