di Maria Francesca Alfiero-Il giornalismo investigativo o d’inchiesta è una tipologia di giornalismo che comporta un lavoro di investigazione su vari temi. Uno dei più importanti esponenti in questo
campo è Giancarlo Siani nato a Napoli il 19 settembre 1959 ,una città assediata dalla
camorra. Siani anche se giovane, svolgeva con grande passione il suo lavoro: cercava
prove, indagava e denunciava gli affari dei boss mafiosi attraverso i suoi articoli; ciò
veniva considerato “scomodo” dai camorristi mettendo in pericolo i loro loschi
traffici. Così il 23 settembre del 1985, Giancarlo in una normalissima giornata
lavorativa, alle 20:50 mentre tornava a casa nella sua Citroen Mehari verde, fu
trafitto da dieci colpi di pistola. Per Giancarlo non c’era più nulla da fare, era morto.
Ma quali furono le ragioni per cui è stato ucciso? Era il 10 giugno 1985 e fu allora
che Giancarlo pubblicò sul Mattino l’articolo che avrebbe decretato il suo assassinio
in cui raccontò l’arresto di don Valentino Gionta vicino alla Masseria dei Nuvoletta,
potente sodalizio camorristico, alleati di Gionta. Inoltre, il giorno prima, sempre sul
Mattino uscì un pezzo di Siani sui “muschilli”, in gergo ragazzi che vengono utilizzati
per consegne di droga .Gli esecutori materiali dell’agguato(Ciro Cappuccio e
Armando Del Core) furono mandati dai fratelli Lorenzo, Angelo Nuvoletta e Luigi
Baccante che dopo 12 anni dal sanguinoso omicidio furono condannati all’ergastolo.
Giancarlo era ed è ancora un esempio per tutti coloro che sostengono la legalità
come il fondamento della nostra comunità.