//Furto in classe (2^ puntata)

Furto in classe (2^ puntata)

di | 2023-06-21T18:26:28+02:00 21-6-2023 18:26|Alboscuole|0 Commenti
Il secondo giorno arrivai con Aurora in classe, aspettammo che finissero le lezioni e che iniziasse l’intervallo e lei andò a chiedere a Mancini le piccolezze sul furto, come l’orario e luogo. Il ragazzo sembrava un po’ spaventato, non si aspettava che la ragazza più bella di tutta la scuola venisse a parlare con lui, aveva la faccia rossa come il naso del pagliaccio. Aurora lo salutò con un «A presto!» e il ragazzo sembrava proprio felice, senza motivo avevo provato un po’ pietà, poverello, non riusciva nemmeno a giudicare se una femmina si avvicinava per qualche motivo diverso. «Dice che ha perso i soldi la mattina del venti settembre, cioè ieri. È partito da casa sua alle sette e mezza per andare alla fermata dell’autobus, poi alle sette e quaranta ha preso l’autobus dove c’era anche Leonardo, il suo compagno di banco, dopo è andato in classe, ha lasciato lo zaino e si è allontanato, successivamente ha cacciato fuori i libri e controllando la tasca dello zaino si è accorto che non ci sono più i venti euro che lascia sempre lì dentro» «Ti ha raccontato tutto, manca solo che non ti ha detto cos’ha mangiato a colazione. Questi ragazzi alla pubertà si confidano facilmente con le persone che credono affidabili» «Ehi, sappi che alla pubertà lo siamo anche noi. Inoltre, vuoi dire che non sono affidabile? Mi hai ferito!» scherzò lei. «Che dici, vuoi chiedere qualcosa a Leonardo Leone?» dissi. «Allora ti ricordi i nomi!» «Non commentare, vacci prima che finisca la pausa» Aurora si avvicinò a lui che stava consumando il panino con grandi morsi, quando lei arrivò Leone sembrava preoccupato e ingoiò subito il boccone di cibo che non era ancora diventato bolo, strozzandosi appena. La ragazza gli chiese quel che voleva chiedere del furto, e anche Leone le confessò tutto senza tralasciare nulla. Aurora lo ringraziò e tornò da me raccontandomi l’avvenimento dal punto di vista di Leone. «Alle sette e un quarto è andato alla fermata dell’autobus e circa alle sette e quaranta ha incontrato Francesco e hanno chiacchierato. Visto che stavano per essere in ritardo Leonardo è corso verso la scuola per dire al prof, se necessario, che Francesco arriverà in ritardo di cinque minuti. Quando Francesco arrivò il professore era appena arrivato, ma la lezione non era cominciata, erano le otto e cinque, dopo un minuto siamo arrivati noi e Francesco scoprì che ha perso i soldi» «Quasi identico a ciò che ha detto Francesco. A pausa pranzo chiedi anche a Maurizio Conti ed Ettore Caruso» «Yes Sir!» «Non parlare come Conti» All’inizio di pausa pranzo, dunque, nella mensa, Conti arrivò senza che noi andassimo a cercarlo. «Good afternoon, lady and gentleman! Mica avete visto il mio cellulare?» «No, mi dispiace, Maurizio. Ah, se non ti dispiace potresti sederti qui con noi?» «Sorry, però devo andare a cercare il mio mobile phone» «Ehm, se vuoi quando abbiamo finito di mangiare possiamo aiutarti!» «Uh, se Miss Bianchi vuole che io resti potrei farlo senza chiedere ricompensa, è un piacere» «Grazie Maurizio, sei gentilissimo» «You flatter me» «Maurizio, volevo anche chiederti delle cose» disse Aurora, dopo che Conti si sedette. «Of course! Se si tratta di qualcosa che so» «Potresti dirmi cosa facevi il giorno del venti settembre, cioè ieri?» «Ah! Cominciamo già con una scena da interrogatorio? Allora, la mattina sono venuto a piedi a scuola da casa alle sette e mezza, poi arrivo a scuola e mi sono messo a ripassare l’english. Un vero studente si mette a studiare ogni volta che riesce. Alle five past eight ho visto due chiassosi ragazzini che disturbavano il mio studio, ma mi sono di nuovo messo in forma e non ho fatto più caso a cosa stavano dicendo. Ho sentito solo un urlo di un maschietto, probabilmente di Mancini. Dopo siete entrati voi. Sembra che io non faccia caso, ma io so tutto del tutto di quello che accade in classe, a meno che non io non voglia ricordare something. Dopo Mancini mi ha chiesto se sono stato io a rubargli i soldi, ma gli pare! Io sono un uomo con le mani sporche? Quindi gli ho dato una piccolissima lezione di pensare prima con il cervello e cervelletto. Insomma, uno così bravo in mathematics come potrebbe non pensare logicamente?» «Grazie, Maurizio. Hai un buon accento british «You flatter me again! Dunque, see you as soon» «Ciao!» concluse Aurora. «Che dici? Qualcosa di speciale?» «Conti ha una mente abbastanza intelligente, perciò fai caso a cosa farà nei prossimi giorni, forse sarà un buon aiutante» «Sì, sì, ho capito… Non usare l’imperativo!» «Devi ancora chiedere a Caruso. Vorrei sapere oggi da tutti loro “cos’è successo il venti settembre”» «È impossibile! Ma fai qualcosa anche tu! Chiedi a qualcuno qualcosa» «Hai mai visto io parlare con qualcuno?» «Sì, con la più carina ragazza della classe» sorrise. «Sbruffona» commentai. «Cavolo, smettila di dirmi male!» All’intervallo del giorno dopo Aurora è andata a chiedere a Claudio D’Alfonso cos’aveva fatto il venti settembre, non so perché non l’ha chiesto prima a Caruso. La voce di D’Alfonso era così forte che lo sentivo persino io. «Mica mi sospetti? Ieri sono arrivato a scuola più tardi rispetto a Mancini e Leone. Che razza di nome e cognome ha, questo Leonardo!» «Ehi, non credo che sia educato dire male dell’appellativo di una persona» Il discorso non fu semplice, infatti a quanto pare ci fu un litigio e D’Alfonso non riferì nulla riguardo il venti settembre. Aurora tornò da me nervosa dicendo che lui era antipatico a tutte le persone della classe e che a lei non piaceva tanto. Le dissi comunque di andare a cercare Caruso e infatti lo fece, si allontanò da me e lo chiamò, dopo aver conversato un po’, lei lo salutò e tornò da me. Mi sorprende il fatto che riesce a cambiare le emozioni così fluentemente. «Viene con la macchina a scuola, è arrivato alle otto, poi è restato lì a leggere. Dalle sue parole sembra che non gli piace tanto Francesco» «Niente di speciale, però è fra uno dei sospettati con questa ultima affermazione che hai dato. Adesso mancano Lucia Barbieri, Edoardo Colombo, Greta Esposito, Marta Marchetti ed Elisa Ricci. Non abbiamo tempo per chiedere uno a uno, quindi chiedi direttamente a Conti se li aveva visti quando era arrivato» Lei andò da lui e tornò con la sua affermazione e il loro alibi. «Allora è fatto: Barbieri, Colombo, Marchetti, Esposito e Ricci lo stesso perché si sono soltanto messi a ridere e non hanno un movente speciale, a meno che non io lo sappia. Il più sospettato è Caruso che prova abbastanza antipatia a Mancini. Leone è suo amico e ha l’alibi, non credo che lui potrebbe commettere il furto sotto gli occhi della vittima. Anche Conti lo ha, quindi è escluso. D’Alfonso non mi sembra una persona che cercherebbe guai senza motivo, ma comunque è sospettato. Agli altri cinque dovresti chiedere di più, se c’è bisogno chiedi a Conti se può aiutarti. Dunque, hai un altro impegno» «Mi serve proprio un aiuto» «A proposito, mica sei tu il colpevole?» «Ti darei un bacio se lo fossi!» «E io mi farei cadere la testa» «Maurizio, mi potresti fare un piacere?» Chiese Aurora a pausa pranzo. «What about?» «Potresti darmi una mano a chiedere a Lucia, Edoardo, Greta, Marta, Claudio, Ettore ed Elisa se il venti settembre mattina avevano visto Leonardo o Francesco?» «Only these?» «Sì, solo questo» «Just give me ten minutes» Detto ciò, Conti si alzò. Nove minuti dopo tornò con le risposte: «Lucia è arrivata direttamente in classe prima di loro due, quindi no; Edoardo stava con Elisa e stavano passeggiando per il corridoio prima di andare in classe, sono arrivati presto e non li hanno visti; Greta con Marta chiacchieravano nel restroom tutto il tempo fino alle two past eight; Claudio si è rifiutato di rispondere ed Ettore giunse a scuola con l’auto alle otto» «Grazie Maurizio! A proposito, hai trovato il tuo cellulare?» «Oh, sure. Sono scappato dalla scuola per cercarlo durante la pausa pranzo e ho scoperto di averlo perso per la strada davanti alla fontana della piazza, poi sono tornato a scuola tutto in fifteen minutes» I due si salutarono. «Conti sembra un mostro, come riesce uno a scappare e tornare in quindici minuti? È assurdo» «Infatti, però mi sta simpatico! Quando lo cerco mi chiama sempre Miss Bianchi» Cambiai discorso. «Tutti hanno l’alibi, concentriamoci ora su Caruso e D’Alfonso» L. M. 3A  —- continua