di FRANCESCO OCCHINERI –
Queste parole descrivono perfettamente uno dei più grandi cantanti nella storia della musica che tra alcool, droga ed una vita dissoluta, “bruciò” se stesso, lasciando tuttavia una scia luminosa che ha brillato, brilla e continuerà a brillare per tantissimo tempo.
Freddie Mercury, si chiamava in realtà Farrokh, Farrokh Bulsara. Nato in India, si trasferì a Londra nel 1963. Qui studiò arte all’accademia quando conobbe gli Smile, un gruppo che seguì con assiduità dal 1968 al 1970. Era il migliore amico del solista e bassista della band,poi conobbe gli altri membri, Brian May e Roger Taylor.
Quando nel giugno del 1970, gli Smile si sciolsero, l’ormai “Freddie” si fece avanti come nuovo frontman. Il suo palato era molto più grande del normale in quanto aveva quattro incisivi in più e di ciò si vergognava molto, anche se non si fece mai operare perché temeva che ciò avrebbe avuto ripercussioni sulla sua voce. Questa caratteristica, in realtà, fece di Freddie un cantante più unico che raro garantendogli un’estensione vocale che nei maschi è praticamente irraggiungibile.
Con l’annessione al gruppo del bassista John Deacon si raggiunse la formazione definitiva del gruppo destinata a dominare le classifiche mondiali per decenni. Il primo singolo popolare uscì nel 1971, la famosa “Keep yourself alive” che arrivò subito ai vertici della classifica nazionale inglese. Possiamo dire che il resto è storia: album famosi come “A night at the opera”, “Innuendo”, “The works”, singoli immortali e pluripremiati come “Bohemian Rhapsody”, “Under pressure”, “Radio gaga”, “The show must go on”, veri e propri inni come “We are the champions” e “We will rock you”, sono destinati a rimanere nei decenni.
A questa immagine di performer e star mondiale che viveva di eccessi, corrispondeva però un uomo dalla sfera privata molto triste, fatta di rapporti umani sofferti e spesso falsi, dettati dall’interesse di chi lo circondava. Questa condizione di solitudine lo portò all’autodistruzione. Si ammalò di Aids negli ultimi anni ’80 e custodì questo segreto con la band e pochi amici fedeli fino alla fine della sua vita. Morì il 24 novembre 1991, mentre era nella sua casa di Londra, a Kensington; la sua anima vive nei cuori dei suoi fan e riecheggia ancora a 30 anni dalla sua morte in tutte le sue canzoni e continuerà a farlo per sempre.
Mi piace definire questo grande cantante come una persona nata tre volte: la prima come un ragazzo timido, introverso e amante della boxe di nome Farrokh; la seconda come un animale notturno, amante della vita selvaggia, degli spassi e del lusso più sfrenato di nome Freddie; la terza, infine, come una persona dal corpo mortale ma dall’anima eterna di nome Leggenda.