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FOTOGRAFIA

di | 2019-04-02T20:49:42+02:00 2-4-2019 20:44|Alboscuole|9 Comments
di  EMANUELA MARAZIA – “Se nel mirino vedi una persona, lascia stare. È il suo pensiero che devi ritrarre.” La fotografia è l’immagine di un oggetto fissata, mediante proiezione ottica, su di un supporto (analogico o digitale) sensibile alla luce. La parola fotografia deriva da due parole greche: foto (phos) e grafia (graphis). Fotografia significa quindi letteralmente scrittura con la luce (fotos). Disegnare con la luce. Ma la fotografia è molto di più: è arte, documento, informazione, passione e  pensiero;  un mondo dove realtà e finzione, emozione e studio, si mescolano e si fondono. La fotografia è la fusione di due attimi, indissolubili e distanti tra di loro: da una parte il soggetto ritrattodall’altra lo stato d’animo del fotografo. Il loro incontro fa nascere una possibile visione della realtà. Per “Dietro una Reflex” la fotografia è una parte della mia identità che si trasmette e si traduce nella scelta di un istante, di un soggetto, di una luce e di un’impostazione, realizzata attraverso un mezzo che fa sì che io sia solo la mano che premendo un pulsante lascia che la l’immagine racconti qualcosa di me. Come per uno scrittore, scrivere è il mezzo nel quale si identifica, per un fotografo, fotografare è la sua carta d’identità. Tutti sanno scattare fotografia, ma in pochi sanno trasmettere emozioni.   Unicità, Originalità, Creatività, Coraggio I fotografi di questa classifica sono quelli che si sono contraddistinti nel corso degli anni per il loro stile inconfondibile e unico. Henri Cartier-Bresson (22 agosto 1908 – 3 agosto 2004)   Soprannominato l’occhio del secolo, è stato un pioniere del foto-giornalismo. Ha fondato la famosa agenzia fotografica Magnum Photos. Ma oltre al foto-giornalismo è riuscito a riprendere personalità importanti come: Coco Chanel, Mahatma Gandhi, Martin Luther King, Marilyn Monroe. Irving Penn (16 giugno 1917 – 7 ottobre 2009) Si è distinto per il suo stile classico e unico. Ha fondato uno stile fotografico all’avanguardia, con il soggetto in forte contrasto con lo sfondo, facendolo cosi risaltare subito. Il suo stile prevedeva di disporre il soggetto con alle spalle due fondali disposti ad angolo. Robert Doisneau (14 aprile 1912 – 1º aprile 1994)   Fotografo francese, ha trascorso la sua vita parigina fotografando strade e volti della capitale. Il suo stile unico prevedeva la caratterizzazione della società e dell’ambiente parigino tramite i suoi scatti. Immortalava bambini che giocavano per strada, lavoratori, qualsiasi persona che poteva trasmettere un’emozione per le vie di Parigi. La fotografia più famosa di Doisneau è “Bacio davanti all’Hotel de Ville“, scattata nel 1950, con protagonisti una coppia di ragazzi che si baciano serenamente per le vie caotiche di Parigi.   David LaChapelle (11 marzo 1963)   Famoso fotografo nel campo della moda e della pubblicità per il suo stile surreale. Le sue fotografie spesso sono caratterizzate dall’estremizzazione dei dettagli, arrivando spesso a renderle quasi delle caricature. Il primo a notare il talento di LaChapelle fu Andy Warhol, che gli offri un lavoro per la rivista Interview magazine. Le sue foto sono state pubblicate sulle riviste più importanti: Vanity FairGQVogue e Rolling Stone. Steve McCurry (24 febbraio 1950)   Fotoreporter statunitense, famoso per la sua fotografia “la Ragazza Afgana”, diventata una delle copertine più famose della rivista National Geographic. La sua vita professionale è cambiata dopo il famoso viaggio in India che lo ha segnato sotto il profilo spirituale. Proprio dopo questo viaggio, McCurry ha imparato a guardare ed aspettare “Se sai aspettare le persone si dimenticano della tua macchina fotografica e la loro anima esce allo scoperto”. Professionista o amatore? Mentre un fotografo professionista è vincolato a temi, scadenze e deve rispondere a ben precise richieste, il fotografo amatoriale può permettersi di cogliere tutto ciò che rappresenta per lui una fonte d’ispirazione, basandosi esclusivamente sui propri flussi emotivi. Se osservassimo con occhi diversi le scene di vita quotidiana a cui siamo fortemente abituati, probabilmente potremmo farle diventare realtà alle quali dare valore. Ma non bisogna confondere la spontaneità con l’improvvisazione. La naturalezza di una scena rubata presuppone la capacità di avere in mente una cornice di riferimento e non lasciare che sia il caso a decidere per noi. Quando nei momenti più difficili si ha il coraggio di tirare fuori la macchina fotografica si sta già prendendo la decisione di proiettarsi in avanti, come se si volesse dire a se stessi che la disavventura può essere superata, ma non dimenticata. Questo atteggiamento mentale permette di crescere e maturare. È tutta una questione di interpretazione, si può pensare di fotografare un soggetto ritraendo una specifica emozione per poi vedere che magari non tutti vedono quel che hai scattato tu. Ed è questo tutta la meraviglia della fotografia, siamo diversi e davanti ad immagini ci si accorge di questa diversità. Hai mai sentito dire “il mondo è bello perché è vario”? Dai ragione a chi afferma questo.   Ultima “fotografa” Quasi diciottenne, soprannominata ManuMa, si firma “Dietro una Reflex” perché non si sente al passo con la generazione di oggi, vede le cose con occhi diversi, forse anche un po’ strani. Non si pone mai davanti ad un obiettivo, ma dietro, proprio per osservare e catturare tutto. Sin da piccola giocava a fotografare i propri famigliari nella quotidianità casalinga, usciva sul balcone della sua casa al primo piano per rubare pensieri ai passanti che, dopo aver fatto la spesa, tornavano a casa passando sul marciapiede su cui si affacciava dalla finestra della sua cameretta. Realizza shooting proprio come li immagina nella sua testa, non ha limiti e si sente figa con la sua Canon 750D, sogna di diventare qualcuno ma i suoi piedi sono sempre per terra. Scatta con qualsiasi mezzo, telefoni, macchine fotografiche, ma soprattutto con gli occhi. Fotografare con gli occhi? Strano ma vero. Le immagini restano impresse nella sua testa ed è capace di riprodurle. Ma più che immagini sono emozioni. Alcune sue foto sono da interpretare, ognuno le veda come vuole. Il bello di essere fotografi è lasciare immaginare.