di Gabriella Galante (classe 2^A) – Cari genitori, oggi vi voglio scrivere perché, anche se viviamo nella stessa casa, il contenuto di questa lettera è molto importante e deve rimanere per iscritto. Leggete con attenzione! In questo periodo della mia vita stanno succedendo tante cose e vorrei rendervi partecipi di ciò.
Da quando frequento la scuola media mi rendo conto di quello che mi circonda, del mondo attorno a me. Fino alla scuola elementare ho sempre vissuto in una campana di vetro, isolata dal mondo ora, invece, sono uscita da quella campana insonorizzata. Capisco gli eventi del passato quando mi dicevate: ‘’Nonno è andato via, ma poi torna…’’, ho capito che non torna…è morto. Quando mi dicevate: ‘’ Il telegiornale non lo capisci!’’, ora lo capisco e lo commento anche. Ho una mia opinione sui fatti e la esprimo.
E’ bello avere un cervello e farlo funzionare, capire. E’ bello avere amici e distinguerli, capire quando ti prendono in giro. E’ bello anche avere amici veri. E’ bello intraprendere i primi amori, le prime lotte adolescenziali. E’ bello riflettere. E’ bello, però, anche silenziare il cervello, a volte, spegnerlo. Non intendo dormire, intendo guardare un punto fisso e, intanto, svuotare la mente questa è una cosa che mi piace.
Volete sapere invece cosa non mi piace? Non m piace essere ignorata. Quando mi esprimo e mi dite: ’’Zitta!’’ e, ancor di più, quando espongo la mia opinione sui fatti reali e mi dite che non sono fatti miei e di pensare a giocare. Beh, sappiate che giocare non mi piace più, voglio dire ciò che penso, perché , sì, io penso!
Nel processo della mia crescita, però, vorrei impegnarmi un po’ di più…in tutto. Nello sport, nelle interrogazioni, nei compiti in classe, nello studio, nei compiti a casa, ma soprattutto nelle relazioni sociali. In realtà è proprio in quelle che ho difficoltà. Da sola sono un vulcano, ma quando si tratta di fare qualcosa di gruppo, POOF, sono a malapena un fiammifero! Mi sento spesso confusa, mi sto chiarendo sempre d più, ma con gli amici sono sempre nervosa. Io mi reputo unica, ma non in senso positivo, unica perché sono strana, mi comporto in modo anomalo su molti aspetti. Un esempio può essere l’irrascibilità che provo quando qualcuno fa qualcosa di sbagliato. Io mi arrabbio perché voglio giustizia e mi rendo conto che questo può non essere capita.
Credo che dovrei imparare a controllare di più il mio egocentrismo…mica facile!
Ora quello che penso è che voi dovreste capirmi, e che dopo questa lettera vi dobbiate comportare in modo diverso nei miei confronti, che mi dobbiate lasciare libera, che non mi dobbiate opprimere più. Basta!
La vostra Gabriella