a cura della docente Rosita Tomassetti – scuola Primaria-
SEMPRE CIRCONDATO DA ANIMALI, EREMITA NEL DESERTO E IN PREGHIERA GIORNO E NOTTE.
Così viene ricordato S. Antonio Abate, secondo la tradizione cristiana, primo degli abati e fondatore del monachesimo. Originario dell’Egitto, dove visse da eremita per oltre vent’anni, il Santo viene ricordato nella nostra tradizione, come il patrono degli animali ed ogni anno viene celebrato con festività legate al mondo contadino, dalle messe liturgiche al falò, dal pranzo caratteristico al coinvolgimento dei giovani studenti per conservare e tramandare la tradizione.
In occasione della ricorrenza della sua morte, avvenuta il 17 gennaio del 336 d.C., si celebrano e si ricordano le opere compiute dal Santo nel corso della sua vita. Sant’Antonio rappresenta una figura importantissima del culto cristiano che racconta e descrive l’esistenza di un uomo dalle molte sfaccettature. Dal Nord al Sud d’Italia, la tradizione di S.Antonio si muove sul filo della leggenda e del racconto orale mescolando alla biografia di quest’uomo, realmente esistito, anche una grande dose di mito.
Più che alla leggenda però, si deve alla storia la narrazione di alcuni eventi della vita del Santo che definiscono e sottolineano il suo stretto legame con gli animali domestici, in particolare con i maiali. Al riguardo vale la pena ricordare l’attenzione e la cura profuse dal Santo nel trattare le malattie che colpivano il bestiame, ed anche le persone, come ad esempio, una delle epidemie più temute del suo tempo: il morbo Herpes Zoster poi detto Fuoco di Sant Antonio.
La festa di Sant’Antonio Abate che si svolge qui a Santa Maria degli Angeli, si fonda sulla sincronia di diversi aspetti: religioso, tradizionale e socio-culturale. Il culto del Santo infatti, da una parte affonda le sue radici nel mondo contadino e rurale che lo ha sempre venerato come protettore degli animali, dall’altra rievoca un periodo storico nel quale l’utilizzo di alcuni animali era di fondamentale importanza per il trasporto di merci e persone, poiché garantiva il regolare svolgimento dei commerci, degli spostamenti e delle comunicazioni .In quegli anni, intorno al 1860/1870 circa ci fu una grande epidemia che provocò la perdita di molti cavalli con tutte le ripercussioni socio-economiche che ne derivarono: ebbene gli angelani chiesero ed ottennero la grazia del Santo e vollero ringraziarlo distribuendo pasti ai più poveri. Nacque così la tradizione del PIATTO DI SANT’ANTONIO: maccheroni al ragù, due fette di carne, quattro salsicce, due polpette, pane, mezzo litro di vino e due mele.
L’Associazione del Piatto di Sant’Antonio nacque dunque proprio allo scopo di mantenere vivo il ricordo della storia del Santo e tutte le usanze, le ritualità e le manifestazioni che in sua memoria vengono rievocate e rinnovate puntualmente in prossimità del 17 gennaio. Quest’anno i festeggiamenti sono iniziati nei giorni antecedenti per concludersi domenica 21 gennaio con la processione e la benedizione del pane e degli animali.
La nostra scuola, Istituto Scolastico Assisi 2 guidato dalla Dirigente scolastica Chiara Grassi, anche quest’anno si è mostrata aperta ad accogliere e condividere con entusiasmo una delle tradizioni più belle nella storia del nostro territorio: i nostri alunni non sono stati solo spettatori di eventi, ma hanno dato il loro contributo come membri attivi della comunità partecipando al Concorso Grafico-pittorico e letterario, giunto ormai alla 28esima edizione,hanno organizzato uno spettacolo teatrale e consumato il Piatto dedicato al Santo, a scuola, insieme ai Priori ovvero le persone che fanno parte dell’Associazione del Piatto di S. Antonio Abate e che sono i veri promotori di tutte le varie manifestazioni ed iniziative relative alla festa.
A loro spetta anche il compito di mantenerne viva la memoria trasmettendo alle giovani generazioni, non solo il racconto degli eventi e delle antiche usanze, ma anche e soprattutto l’entusiasmo, lo spirito di aggregazione, la consapevolezza di esser parte integrante di un contesto sociale che condivide valori ed avvicina generazioni diverse, rievocando il passato, attraverso i doni ed i colori della festa. Ecco dunque il significato dell’incontro tra i Priori del Piatto di Sant’Antonio ed i nostri alunni nella settimana antecedente i festeggiamenti: il presidente dell’Associazione Giovanni Granato, i Priori Emeriti, i responsabili delle attività e dei momenti ricreativi, i Priori Serventi 2024 hanno rivolto la loro attenzione ai bambini in modo che potessero essere informati e divenire, in seguito, appassionati sostenitori di questa tipica ed antica festa angelana. Il coinvolgimento dei bambini delle scuole primarie è un elemento importante di aggancio al territorio che favorisce ed avvia la voglia di partecipare e di conoscere, di esserci e condividere per poi acquisire il senso di appartenenza e di identità. I nostri alunni ed alunne sono stati, anche quest’anno, gratificati dalla borsa di studio generosamente promossa ed offerta dalla famiglia Del Piccolo.
La festa di Sant’Antonio Abate è sicuramente la più sentita dagli abitanti di Santa Maria degli Angeli e da quelli dei paesi limitrofi: una vera festa popolare, un mix di religiosità, folklore, tradizioni culinarie ed elementi decorativi. Un grande spettacolo con i Priori vestiti con i classici mantelli e adornati con le medaglie commemorative; il grande falò nella piazza, le serate a tema; le carrozze; il Convegno e la presentazione dell’Associazione cinofila I lupi dell’Umbria ODV, gli stendardi per le vie principali; il pranzo tipico; il culto del Santo con le funzioni religiose come da liturgia; la sfilata, tipica ed ineguagliabile, con il corteo delle Confraternite, dei Priori serventi insieme agli uscenti e di tutti coloro che nel corso degli anni hanno fatte parte dell’Associazione; la fanfara della Polizia di Stato a cavallo.
Ringraziamo dunque chi da anni si prodiga per la riuscita di questa meravigliosa festa che ogni volta risulta essere coinvolgente e significativa!!