di Simone Crapanzano – Anche quest’anno è arrivata una data che, in Sicilia, forse è più importante di Natale e di Pasqua: stiamo parlando della “Festa dei Morti” o per meglio dire della “Festa di Ognissanti”.
La Festa dei Morti è una ricorrenza particolarmente sentita da tutti i siciliani, specialmente per il valore simbolico e sentimentale che cambia radicalmente l’idea della morte, la quale non viene quasi più considerata qualcosa da tenere lontano, ma genera un’atmosfera di allegria. Tra giocattoli e dolci, la si esorcizza e la si rende un’occasione per rendere omaggio ai cari defunti che ci hanno lasciati nel corso del tempo.
È bello ricordare e citare la testimonianza del grande scrittore siciliano Andrea Camilleri, scomparso l’anno scorso, che racconta questa importante giornata:
«Noi nicareddri, prima di andarci a coricare, mettevamo sotto il letto un cesto di vimini, che nottetempo i cari morti avrebbero riempito di dolci e di regali che avremmo trovato il 2 mattina, al risveglio».
Tradizione oggi quasi del tutto scomparsa, che può essere vagamente ricondotta ai regali fatti durante il giorno di Natale, ma Camilleri continua dicendo che all’interno del cesto vi erano dolci:
«I dolci erano quelli rituali, detti “dei morti”: marzapane modellato e dipinto da sembrare frutta, “rami di meli” fatti di farina e miele, “mustazzola” di vino cotto e altre delizie come viscotti regina, tetù, carcagnette. Non mancava mai il “pupo di zucchero” che in genere raffigurava un bersagliere e con la tromba in bocca o una coloratissima ballerina in un passo di danza.»
Camilleri racconta inoltre che tutti, il 2 di novembre, ricambiavamo la visita che i morti gli avevano fatto il giorno precedente e precisa nel dire che tutto questo non era un rito ma piuttosto un’affettuosa consuetudine.
Nonostante oggi la tradizione statunitense di Halloween stia sempre più influenzando la cultura italiana, paradossalmente la Festa dei Morti continua ad essere comunque una celebrazione partecipata ed apprezzata in Sicilia, sia dai più piccoli che dagli adulti, segno che i siciliani sono un popolo di grandi vedute e aperto alle novità, ma anche un popolo molto legato alle proprie tradizioni.