di Maria Sanclemente – Oggi, 7 gennaio, si celebra la Festa nazionale del Tricolore, istituita a partire dal 1996 in occasione dei 200 anni dall’ adozione di quella che poi divenne la bandiera italiana da parte della Repubblica Cispadana. Lo stato napoleonico, infatti, che copriva all’incirca il territorio dell’attuale Emilia-Romagna, era nato a seguito delle campagne francesi in Italia e venne accorpato qualche anno dopo alla Lombardia, formando la Repubblica Cisalpina, che ne assunse la bandiera. Il tricolore, sino ad allora, era stato utilizzato come decorazione per coccarde patriottiche e vessilli militari, come simbolo dell’unità nazionale a cui il popolo italiano ambiva per rendersi indipendente dall’occupazione territoriale spagnola e austriaca. Le celebrazioni ogni anno si tengono a Reggio Emilia, la città che diede i natali alla bandiera nel municipio cittadino oggi chiamato Sala del Tricolore.
Fu Giovanni Compagnoni, illuminista e consigliere della Repubblica Cispadana di idee giacobine, a sceglierne i colori ad imitazione dei primi ideali della Rivoluzione Francese, sostituendo al blu della bandiera d’oltralpe il verde – simbolo dei diritti naturali di uguaglianza – . Divenuto in seguito bandiera del napoleonico Regno d’Italia, il Tricolore restò nei decenni successivi l’icona patriottica per eccellenza.
Dopo la caduta di Napoleone e la Restaurazione, fu adottato nuovamente come vessillo durante il Risorgimento dal Regno di Sardegna, dal Regno delle Due Sicilie e da tutti i territori che man mano andarono a ricomporre durante le Guerre d’Indipendenza il territorio nazionale. La proclamazione ufficiale, nonostante l’Unità raggiunta nel 1870 con la Breccia di Porta Pia, avvenne però solo dopo la Seconda Guerra Mondiale. Il 24 marzo 1947, infatti, la nascente Repubblica Italiana eliminava il simbolo dei Savoia dalla bandiera proclamando la scelta del nostro tricolore nell’articolo 12 della Costituzione. Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, intervenendo dal Quirinale, ha detto che “Il Tricolore, come forse mai accaduto di recente in maniera così intensa, ha saputo rappresentare la nostra identità”. E ciò indubbiamente corrisponde alla realtà vissuta nell’anno appena trascorso e in quello che stiamo ancora vivendo; è ancora vivido il nostro ricordo dei tricolori sui balconi dei palazzi, delle case degli italiani durante il lungo lockdown della primavera scorsa, quando ci sentivamo una cosa sola…ANDRA’ TUTTO BENE scrivevano i bambini sui cartelloni… e adesso che non è andata,poi, così bene abbiamo perso, forse, la speranza, la fiducia nel futuro? Forse sì. Ma, come ha riferito oggi il Presidente, dobbiamo “ripartire” riacquistando la fiducia nella possibilità di riavere indietro le nostre vite e, semplicemente, la normalità.
