di Valeria Perfetta – Il Falerno del Massico è un vino dalle antichissime e nobili origini,
che possono vantare ben 2000 anni di storia. È prodotto in provincia di Caserta,
alle pendici del Monte Massico, in un territorio definito Ager falernus e ritenuto altamente vocato per la coltivazione della vite fin dal tempo degli antichi Romani.
Si tratta, infatti, del discendente del celebre vino romano Falernum,
ritenuto tra i migliori rossi in assoluto dagli imperatori e dai Patrizi di Roma.
Tuttavia, nonostante la sua straordinaria fama nei tempi antichi,
con la decadenza dell’Impero romano e la sua successiva caduta,
si persero le tracce di questo mitico vino. La riscoperta della zona di produzione
dell’area del Monte Massico cominciò nel corso dell’800, ma solo negli ultimi 40 anni
alcuni produttori del territorio hanno deciso di recuperare la grande tradizione
riproponendo un vino che potesse richiamare alla memoria il famoso
nettare dei tempi degli Antichi Romani. Nasce così la riscoperta di un grande territorio e di un vino che oggi si pone a pieno diritto tra le migliori eccellenze dell’enologia campana.
Falerno del Massico: il vitigno e le caratteristiche
La versione tradizionale del Falerno del Massico Rosso DOC è prodotta con i due vitigni a bacca rossa autoctoni della Campania: l’Aglianico e il Piedirosso. L’Aglianico è un antichissimo vitigno introdotto nelle regioni del sud Italia durante la colonizzazione greca; si distingue per corpo e struttura importanti, fitta trama tannica e decisa acidità. Il Piedirosso è un vitigno autoctono diffuso soprattutto in provincia di Napoli, nell’area vesuviana e del Monte Somma; a volte viene vinificato in purezza, ma spesso è utilizzato insieme all’Aglianico e allo Sciascinoso. Il Disciplinare prevede anche l’utilizzo del Primitivo, un vitigno autoctono della Puglia, che viene però coltivato in molte Regioni del sud Italia ed è probabilmente originario della Dalmazia, viste le similitudini con il Plavac Mali. Il nome “Primitivo” deriva dalla maturazione precoce delle uve. Il Falerno del Massico Rosso DOC è un vino di buona struttura, dal colore rosso rubino intenso; il suo bouquet esprime note fruttate piuttosto austere, con sentori leggermente speziati; al palato ha una trama tannica importante e buona acidità. La versione Falerno del Massico Primitivo DOC si distingue per note di frutta rossa e piccoli frutti di bosco e al palato risulta caldo, potente, di grande struttura, con aromi avvolgenti e intensi.
La Denominazione e il Consorzio del Falerno del Massico
Il vino Falerno del Massico è stato riconosciuto con la Denominazione d’Origine Controllata nel 1989. La zona di produzione è limitata al territorio di pochi comuni in provincia di Caserta: Carinola, Cellole, Falciano del Massico, Mondragone e Sessa Aurunca. Il Disciplinare prevede anche la versione Falerno del Massico Bianco a base di Falanghina (minimo 86%); tuttavia l’antica tradizione del territorio è legata alla produzione di vini rossi. Per il Falerno del Massico Rosso, anche Riserva, la base ampelografica è stabilita in Aglianico (minimo 60%) e Piedirosso (massimo 40%), che sono le due uve tipiche del territorio, più un eventuale 15% di altre uve a bacca rossa autorizzate nella provincia di Caserta. È inoltre prevista anche la versione Falerno del Massico Primitivo, prodotta con uva primitiva (minimo 85%) e un eventuale saldo di Aglianico, Piedirosso o Barbera, per un massimo complessivo del 15%. Il titolo alcolometrico minimo è di 12% per il Rosso e 12,50% per il Primitivo. Il Falerno del Massico Rosso e Primitivo, devono essere sottoposti a un invecchiamento minimo di dodici mesi prima di essere commercializzati. Per la Riserva è previsto un periodo d’invecchiamento di due anni di cui uno in botti di legno.