di ALESSIA PRIORI – Quante volte girando sui social capita di imbattersi in una notizia falsa? Le fake news sono articoli che trattano informazioni sbagliate , inventate ed ingannevoli, scritte al fine di disinformare e diffondere bufale appetibili al pubblico, spesso tramite via Internet. Ed è proprio attraverso la Rete, soprattutto grazie ai social, che quotidianamente ci vengono fornite notizie non attendibili, messe in circolazione solo al fine di guadagnare un po’ di click, generando rendite pubblicitarie. C’è un modo per evitare questo mezzo di disinformazione? Grazie a Mark Zuckerberg, su Facebook, sarà possibile dare priorità ad alcune notizie rispetto ad altre, votandone la qualità. Dopo breve tempo dal cambiamento del news feed (l’opportunità di dare maggiore visibilità ai contenuti di amici e parenti, rispetto a quelli pubblicati da media e brand ), il padre del social più noto in tutto il mondo ha aggiunto una nuova opzione per migliorare la propria piattaforma. Facebook chiederà agli utenti di indicare l’ affidabilità delle fonti di varie informazioni e in base ai tali giudizi verrà deciso cosa mostrare e cosa invece nascondere.
“Ogni utente vedrà meno contenuti pubblici. – ha dichiarato Zuckerberg-. Dopo questa novità prevediamo che le notizie saranno, circa il 4% dei contenuti, rispetto al 5% attuale”. Si tratta solo di un piccolo cambiamento, che però migliorerà il nostro tempo da spendere su Facebook. L’opzione verrà presto attivata e dopo un mese sarà già possibile leggere i dati riguardo le conseguenze riscontrate dai media.
Ma siamo sicuri che questa capacità eliminerà le notizie inattendibili sulle nostre home page?
Le fake news sono come dei virus, e in quanto tali sono proprio le persone a diffonderli. Ogni notizia fuorviante o fraudolenta viene costruita a regola d’ arte per attirare il lettore e far sì che questo la condivida con un pubblico maggiore. Probabilmente la possibilità di scegliere le informazioni con fonti sicure, si trasformerà nell’occasione di selezionare le notizie più interessanti, fomentando così la diffusione di fatti inattendibili e incerti; sarà dunque della community la responsabilità di verificare l’origine degli articoli.