di Alessia Valeria Neago e Annamichela Montefusco – Oggi le “fake news” o comunemente chiamate “bufale” circolano, soprattutto, attraverso le immagini e i video. Forse perché noi giovani abbiamo più la propensione a fare foto e selfie vari, oltre che video, invece di scrivere.
Generalmente le immagini ed i video sono corredati da didascalie, poche righe che servono ancora di più a confondere il lettore.
Quindi, analizzare una fake news di video e immagini diventa un po’ difficile, anche perché la tecnologia da una parte aiuta i produttori di fake ma dall’altra aiuta chi vuole verificare. Prima di tutto dobbiamo conoscere qualche sito importante che ci permette di effettuare una verifica veloce. Parliamo per esempio di www.butac.it (Bufale un tanto al chilo), www.bufale.net o il blog di Paolo Attivissimo, http://attivissimo.blogspot.it/.
Ma se proprio decidiamo di andare indietro nel tempo, allora dobbiamo consultare un sito estremamente fornito, parliamo del Museo delle bufale, ovvero il Museum of Hoaxes, fondato nel 1997. Attraverso il museo puoi esplorare l’inganno, il malcontento e la disinformazione nel corso della storia. Infatti, il sito ospita una varietà di imbroglioni e ciarlatani – dall’antica finzione fino agli schemi moderni, ai doppiogiochisti e agli schivati che circolano online.
Il museo è diviso in diverse sezioni. L’ ala storica presenta una selezione delle più famose bufale della storia, dal Medioevo fino ai giorni nostri. La nostra Galleria degli imbrogli del primo di aprile celebra che un giorno dell’anno è dedicato agli scherzi e alle barzellette pratiche. The Hoax Photo Archive dimostra che la fotografia non è mai stata un mezzo di informazione completamente affidabile. E la galleria di creature da racconto alto approfondisce la storia naturale di specie come la trota di Jackalope e la trota di pelliccia.