di Veronica Gabriele (classe I^C) – Nel lontano 1984 nonno Nicola, che abitava con la famiglia a Manfredonia, avendo bisogno di lavoro, fece domanda all’Istituto tecnico agrario di Fabriano per poter lavorare in cucina. Una volta assunto, con il figlio Gaetano (mio padre), si trasferì nelle Marche. Il babbo, però, cominciò a lavorare presso il ristorante “il Cantoncino” come cameriere, per poi trasferirsi a Milano e a Reggio Emilia, dove iniziò la sua attività di aiuto presso la pasticceria “Donelli”. Qui ebbe modo di lavorare insieme a Stefano Donelli, uno tra i più rinomati pasticcieri dell’epoca. Casualmente, in quel periodo, tutta la famiglia lavorava presso bar o pasticcerie, cimentandosi in questo lavoro. In particolare, mia nonna Mattia lavorava presso la pasticceria Lott, allora gestita da Alessandro Lott. Nel 1993 il proprietario decise di andare in pensione, così la nonna ne approfittò per rilevare l’attività. Nel frattempo mio padre Gaetano ritornò nelle Marche e, dopo aver lavorato nella pasticceria “Zoppi” di Jesi, insieme ad Alberto Grandolini fondò la pasticceria “da Osvaldo”, tuttora esistente. Infine si licenziò e divenne titolare, insieme a mia madre, della pasticceria Lott. E ancora oggi lo sono, da ormai venticinque anni!
Il cavallo di battaglia è il tiramisù uno dei più buoni mai assaggiati. Ho chiesto a mio padre la ricetta classica per 6 persone. Ingredienti: savoiardi 200 gr (circa 20 pezzi); zucchero 100 gr; uova 5; caffè 200 gr; mascarpone 400 gr; cacao per copertura q.b. – Procedimento: separare gli albumi dai tuorli, poi montarli con le fruste elettriche, con metà dello zucchero, fino a farli diventare una crema. Aggiungere il mascarpone mescolando lentamente a mano. Montare gli albumi insieme all’altra metà dello zucchero e aggiungere il composto a quello precedentemente preparato. Stendere poi i savoiardi inzuppati nel caffè su una teglia e applicare la crema e ripetere l’azione fino a riempimento della teglia. Tocco finale: una spolverata di cacao.