I ragazzi della mia età molto spesso sono definiti “quelli della generazione 2.0”; a volte l’espressione assume un significato positivo altre invece no, vuoi perché ci sono dei preconcetti sul nostro modo di fare, di agire e di essere, vuoi perché ci comportiamo seguendo dei canoni prestabiliti dalla società che ci circonda.
I grandi dicono che l’adolescenza è una età di transizione, fatta di numerose scelte; è una età in cui bisogna riuscire a tacere e a stare calmi piuttosto che aggredire e sbraitare. L’adolescenza, però, è anche l’età in cui si stringono le vere amicizie, quelle che ti devono accompagnare nel mondo adulto; quindi, si sente l’esigenza di essere accettati dal gruppo e, per ottenere ciò, si potrebbe scendere anche a compromessi contrari alla propria natura…in poche parole
più apparire che essere, risultando spavaldi e prepotenti e, permettetemi il termine, anche menefreghisti. Sebbene il nostro possa sembrare un modo di fare tutto standardizzato, posso dire che all’interno del gruppo non è sempre così e oggi ne abbiamo avuto la dimostrazione.
Nicolas, un mio coetaneo che frequenta la classe 3° A della scuola secondaria di I grado dell’istituto “G. Calò”, poco prima di entrare a scuola ha trovato un portafoglio per terra; avrebbe potuto tranquillamente approfittare del contenuto ma, da persona educata ed onesta qual è, ha consegnato quest’ultimo ai vigili urbani che erano poco distanti da lui. Da lì a poco i vigili sono riusciti a risalire al proprietario indicandogli il ragazzo che glielo aveva consegnato. Quel signore, grato ai vigili urbani per il loro intervento e al giovane e onesto concittadino, ha avvertito l’esigenza di ringraziarlo personalmente. È venuto a scuola per stringergli la mano e congratularsi con lui.
Quando abbiamo appreso l’accaduto dalla nostra professoressa, abbiamo voluto complimentarci con lui e dedicargli un applauso, fieri di un nostro coetaneo nonché compagno d’istituto. Sicuramente Nicolas avrebbe evitato tutto questo clamore perché persona riservata, ma penso che le belle azione vadano messe in risalto. Lui avrebbe potuto intascarsi il denaro, qualora ve ne fosse stato, o anche rovinare i documenti, e quello sarebbe stato il danno maggiore. Ma il senso civico e l’onestà hanno trionfato. Questo mi ha indotto a pensare che anche noi adolescenti, facendo le giuste scelte, possiamo anzi dobbiamo distinguerci dal gruppo.
Fa più rumore un albero che cade di un’intera foresta che cresce perché le buone azioni non fanno rumore, a differenza di quelle brutte che rimbalzano da persona a persona con un effetto domino.
Bravo Nicolas e brava la tua famiglia che ti ha insegnato i valori grazie ai quali sta crescendo un vero esempio di maturità per tutti noi, dimostrando che facendo le giuste scelte si può essere “fighi” comunque.
Antonio Giannini
classe 2°A
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