Il recente articolo su ciò che stanno vivendo i giovani studenti in questo difficile periodo , scritto da Rosa Galluccio, redattrice del nostro giornale scolastico, ha suscitato molto interesse e ha indotto altri a comunicare la loro esperienza. Ne pubblichiamo due altrettanto significative.
ARJETA: L’articolo mi è sembrato piuttosto bello. Si trasmettono le emozioni dell’autrice. Capisco come lei si sente e la sua situazione, che è purtroppo la stessa di molti giovani, anche se non sempre trovo me stessa nelle sue parole.
Personalmente mi piacerebbe seguire le lezioni online, ma ho voluto tornare a scuola solo perché così si studia meglio: si capisce la spiegazione, sei più concentrata, puoi interagire meglio con i professori, i voti che ognuno prende sono quelli che si meritano … Ma sì, anch’io ho avuto ansia di trovarmi in contesti sociali. Ero abituata a stare nella mia casa in pieno comfort. Ricordo come se fosse oggi il primo giorno di scuola in presenza, quando l’intera classe era presente, mi sentivo molto a disagio nello stare chiusa in una piccola classe che sembrava un carcere, soprattutto piena di persone… Mi mancava lo spazio personale, uno spazio ovviamente soggettivo perchè la maggioranza dei miei compagni si sentiva benissimo…
Anche la mia vita è cambiata completamente durante il periodo della pandemia, ma in bene. Proprio benissimo! In queste ultime ondate mi sento più calma spiritualmente. Quando entrammo in lockdown stavo anch’io male psicologicamente. Mi preoccupavo per la mia famiglia. Avevo paura di morire, non della morte stessa ma dello stato in cui potevo morire… non ero contenta di ciò che avevo fatto durante la mia vita. Quella idea mi ha spinta ad iniziare un nuovo percorso. Ringraziando Colui che mi ha creato, non ho avuto mai idee suicidarie e non avrò mai. Non permetto a me stessa nemmeno di avere queste idee nella mia testa. Adesso ogni mio singolo giorno è occupato al massimo perché trascorro quasi ogni momento libero a fare ciò che il mio cuore ama di più.
Pure io penso che la socializzazione sia bloccata. Essendo una persona selettiva e attenta, vorrei conoscere meglio quelle compagne con cui mi sento meglio stare a parlare. Ma non mi pongo il problema di creare più amicizie possibili . Quelle amicizie che creo o si devono creare per bene, oppure avrò un comportamento solo formale.
Può sembrare strano ma mi trovo molto bene con le mascherine ed il distanziamento. Anche con i banchi singoli. Mi piace di più così, tutto lo spazio è per me e non disturbo qualcun’altro. Veramente io non sento proprio la necessità del contatto fisico. Solo se c’è un legame forte e profondo tra me e una persona accetterei il contatto fisico, un abbraccio basta. Considererei l’abbraccio abbastanza intimo, perché due cuori si “incontrano”.
Riguardo alla pandemia, penso che sia nostro dovere proteggerci affinché la situazione migliori. Personalmente sceglierei di affidarmi agli esperti e farmi il vaccino, perché non voglio trascurare di prendermi cura di me stessa, ma soprattutto non vorrei che la vita degli altri fosse messa in pericolo a causa mia.
MARTINA: Il Covid ha sicuramente stravolto le vite di tutti noi, soprattutto di noi giovani. Le ore passate in videochiamata con i nostri amici anziché di persona, i giorni non passati tra quei banchi tanto odiati, i mesi trascorsi chiusi in casa, gli anni a detta di tutti come i più belli della nostra vita non ce li ridarà più nessuno.
Io, personalmente, ho sempre preferito stare da sola per il mio modo di essere. Sarà perché sono maturata, sarà per la situazione d’emergenza che tutti abbiamo vissuto, ho cambiato completamente il mio modo di pensare e di vivere. Sono passata dal desidero di starmene isolata al voler stare con i miei amici, dal chiudermi al confrontarmi con le persone, dal preferire di non uscire di casa all’odiare la Dad e al voler frequentare in presenza quei pochi giorni di scuola che mi rimangono che, come tutte le cose, passeranno troppo in fretta e che ricorderò con emozione. Purtroppo, per capire il vero valore delle cose dobbiamo vivere situazioni tragiche o, almeno, diverse da quelle che viviamo quotidianamente.
In questi giorni stiamo assistendo ad un aumento di contagi a causa degli incontri che sono avvenuti nelle feste natalizie e a rimetterci il doppio siamo sempre noi giovani studenti, sia a livello psicologico che di apprendimento. Ritornare in Dad ci tutelerebbe sicuramente di più ma non sarebbe da considerare fattibile. Siamo stati per due anni a guardarci in uno schermo, senza poterci né abbracciare né guardarci negli occhi ed ora che sembra respirare odore di “normalità” non voglio ritornare come l’anno scorso passando uno degli anni della mia adolescenza praticamente sempre a casa. L’unica cosa da fare è guardare al futuro convincendoci che il virus verrà indebolito grazie ai vaccini, che ad oggi sembrano essere l’unica arma che abbiamo, ma non andrà sconfitto.
Penso, quindi, che privarci ancora di anni preziosi della nostra vita sia completamente inutile e frustrante soprattutto per noi giovani, che viviamo nella speranza che tutto finisca ma anche nell’incertezza che tutto questo accada.
ARJETA GJURA e MARTINA TANA (4^ C)
“GIOVANI E NUOVA PANDEMIA”: ESPERIENZE A CONFRONTO
di IL GALLO STRILLONE ON LINE - AVERSA (CE)|
2022-01-27T20:00:00+01:00
27-1-2022 18:28|Alboscuole|0 Commenti