di DORIANA COSTANZO – La prima settimana di agosto i miei amici ed io abbiamo partecipato ad un’esperienza mozzafiato: volontariato nella città di Napoli! Il progetto è nato su iniziativa dei padri gesuiti Giulio e Nicola della Cappella Universitaria La Sapienza, in conclusione del percorso EVO (esercizi spirituali nella vita ordinaria) svolto nell’anno accademico 2017-2018.
Alessandra, Chiara, Francesco, Lucia, Martina, Simone ed io siamo partiti pieni di entusiasmo, senza sapere bene cosa avremmo fatto nel concreto e cosa ci saremmo dovuti aspettare: è stato tutto una sorpresa!
Il primo giorno ci siamo sistemati presso l’Istituto Pontano di Napoli e abbiamo passeggiato per il centro! Abbiamo assaporato le gustose pizze fritte e le sfogliatelle (liscia e riccia) e ci siamo lasciati trasportare dall’atmosfera caratteristica di Napoli, piena di vivacità e di colori: San Gregorio Armeno, il giardino di Posillipo, Piazza del Plebiscito, Viale Garibaldi e il suggestivo porto!
Particolarmente emozionante è stata la visita al Gesù Nuovo con la spiegazione di Caterina, che ci ha guidato nel significato artistico-religioso delle opere più importanti. Mi è piaciuta molto la rappresentazione di Maria con la Luna sotto i suoi piedi e una corona di stelle sulla testa, accompagnata da altre stelle celesti. Nel quadro compaiono altri due personaggi che rappresentano il male e il bene: un drago che cerca di buttare giù le stelle ed un angelo, San Michele, che le difende utilizzando lo scudo della fede.
Le stelle rappresentano i nostri desideri più belli e il messaggio del dipinto è, per credenti e non:
‘’Credete nella forza dei vostri sogni! Credeteli possibili, nonostante le difficoltà, perché si possono realizzare!’’.
Un bell’inizio, carico di speranza e perfetto per questa iniziativa!
Il giorno successivo siamo stati divisi in due gruppi di lavoro:
Alessandra, Martina e Simone, assegnati alle suore di Madre Teresa, al centro di Napoli, in aiuto a bisognosi e senzatetto. Con spirito di servizio e tanto desiderio di portare una carezza, hanno trascorso molte ore insieme a queste persone, ascoltando le loro storie, preparando deliziosi pasti, facendo loro la doccia, accompagnandoli in escursione, cantando e suonando la chitarra!
Chiara, Francesco, Lucia ed io, invece, abbiamo prestato servizio a Scampia, periferia di Napoli.
Il primo impatto con il quartiere è stato duro: tanti palazzoni grigi e decadenti, campi rom, spazzatura, assenza di negozi o luoghi comuni di aggregazione, come i cinema, poche persone per la strada. Con padre Sergio, gesuita della zona, abbiamo visitato l’interno delle case popolari ‘’Le Vele’’, chiamate così per il loro aspetto, e di due campi rom in cui vivono moltissimi bambini.
Il primo momento di dolcezza è stato proprio l’incontro con quei bambini! Sono arrivati di corsa verso la nostra auto per salutarci e chiederci quando avremmo giocato con loro! Erano già preparati al nostro arrivo perché durante l’anno sono seguiti da ragazzi volontari con i quali giocano e svolgono i compiti, la maggior parte di loro va a scuola. La parrocchia e il centro Hurtado, inoltre, organizzano diverse attività ricreative, corsi sportivi o di strumento per coinvolgerli il più possibile e dare loro una valida alternativa alla strada. Molto importante è anche il messaggio positivo della palestra, protagonista del film ‘’L’oro di Scampia’’.
Pamela, la prima bambina che ci è corsa incontro, ci ha accolti con un grosso sorriso simpatico! Con lei è stata subito amicizia! Alla vista dei miei capelli, rosa alle punte, mi ha fatto un sorriso ancora più grande e non mi ha più lasciata per tutta la settimana!
I giorni successivi abbiamo radunato i bambini dalle varie abitazioni, campi rom e case popolari e li abbiamo condotti a giocare in un bel giardino. Ci sono state alcune tensioni iniziali tra di loro che, per un nonnulla, venivano alle mani e cercavano di lanciarsi le pietre. Abbiamo sedato la situazione e ristabilito l’atmosfera di gioco, anche se non è stato subito semplice. Fortunatamente, Francesco e Sergio hanno gestito bene la situazione: il nostro amico difendendo i più piccoli e parlando loro con dolcezza; il gesuita, invitando tutti a messa e coinvolgendoci in un girotondo intorno l’altare, in segno di amicizia. Sono rimasta di sasso! I bambini si sono presi per mano e poi, rasserenati, sono tornati ai giochi. Anche noi animatori ci siamo lasciati andare e siamo tornati bambini come loro! Ci siamo divertiti moltissimo a giocare a‘’ruba lo scalpo’’, a pallone, a ‘’Ninja’’, a colorare disegni e a mangiare ghiaccioli al gusto fragola e coca-cola! Noi ragazze, inoltre, abbiamo prestato la testa ad alcune bambine, aspiranti parrucchiere, che ci hanno acconciate con le trecce!
Un giorno mi sono accorta che alcuni ragazzini più grandi (12-13 anni) se ne stavano in disparte e non volevano darci troppa confidenza. Mi sono avvicinata cercando di capire i loro interessi e, con grande gioia, ho scoperto di avere una passione in comune: la break dance! Così li ho sfidati in acrobazie, guadagnandomi la loro stima e curiosità! Mi hanno chiesto di insegnare loro alcune mosse che non conoscevano, come il verme e la contro-verticale, e abbiamo stretto amicizia!
Le nostre giornate, inoltre, sono state ‘’condite’’ dalla compagnia di Fabrizio, gagliardo gesuita di 80anni!
Oltre alle normali attività da prete, si occupa di volontariato con i carcerati di Secondigliano, assieme ai quali realizza confetture, verdure sott’olio e altri prodotti della terra! Ha fondato, inoltre, il centro Hurtado di Scampia e segue la formazione giovanile. A tavola era solito raccontarci tutto e farci assaggiare i prodotti realizzati!
Un giorno ci ha detto: ‘’Ragazzi, voi lo sapete cos’è il peccato?’’
Occhi al cielo di tutti…
Ha continuato, nonostante le nostre facce :
‘’Stamattina ho confessato un gruppo di suore che litigavano sempre tra loro. All’ennesima ho esordito: Sorella, ma lei l’ha mai bevuta la grappa? No, mi ha risposto! Ed io: Ecco! Quello è peccato!
Ragazzi…il peccato più grande è vivere ammusati! Siate felici e portate sempre gioia!
Chi vuole il limoncello?’’
E siamo scoppiati in una grande risata!
Di questa esperienza porto sicuramente tanta gioia!
I momenti di condivisione con i miei amici e la riscoperta dei nostri desideri…la voglia di dare!
L’aver compreso che i bambini di Scampia sono come gli altri: sognano come gli altri, si impegnano come gli altri e vogliono essere ascoltati, proprio come gli altri.
Soprattutto, porto con me la consapevolezza che basta poco per fare tanto!
A volte basta solo…mettersi in gioco!!