di Rossella Lombardo – Lunedì, 18 Novembre 2019, al centro storico di Erice, a palazzo Sales, alle ore 18,30, si è tenuto l’incontro con l’autore Carmelo Sardo che ha presentato il libro “Vento di tramontana “, in modalità apericena con l’autore.
Carmelo Sardo, per chi non lo conoscesse, è caporedattore del TG5, nonché scrittore di romanzi e grande affabulatore, capace di ammaliare con i suoi racconti di vita vissuta le platee alle quali si rivolge. Probabilmente perché fa questo mestiere e non inventa nulla, ma riprende, come se stesse fotografando, la realtà, con schiettezza, onestà e naturalezza, riesce a comunicare con logica stringente i fatti della vita.
E per questo incanta. L’esperienza è quella sua, personale, di un agente di polizia penitenziaria al carcere di massima sicurezza di Favignana, giovanissimo, nell’anno di leva, a contatto con un mondo sconosciuto, fatto più di regole non scritte e di comportamenti, sensazioni ed emozioni fuori dal comune.
Tuttavia, solo chi è attrezzato di buona sensibilità può cogliere tutto ciò veramente, nel profondo. Ma, al di là dei libri da lui scritti che si basano su esperienze carcerarie che da “Vento di tramontana “prendono l’avvio, Sardo ci ha ricordato della sua amicizia con Giuseppe Grassonelli, detenuto con l’accusa di associazione mafiosa e condannato all’ergastolo ostativo che lo scrittore- giornalista ha conosciuto e del quale ha scritto la storia nel romanzo “Malerba. “ Infatti, perno dell’incontro è stato il portare a conoscenza l’argomento che ai più non è dato sapere. Trattasi del “fine pena mai”. Grassonelli è un siciliano, come molti di noi, costretto a vivere in una realtà “mafiosa “e che, per motivi di vendetta personale (gli uccidono la madre, la sorella ed altri familiari) decide di scendere in Sicilia dalla Germania dove lavorava per sterminare i responsabili degli eccidi subiti.
Grassonelli ha sbagliato e sta pagando. In carcere ha studiato, ha conseguito due lauree (non per questo deve essere condannato di meno), ma ha seguito un percorso di riabilitazione e sarebbe pronto per i permessi e per un reinserimento nella società civile. Differenza fra i delitti comuni e i delitti mafiosi? La mentalità di quest’ultimi è criminale e organizzata. Va bene. Si potrebbe obiettare che dipende dalla volontà di recupero reale, ma non abbiamo la sfera di cristallo, nessuno ce l’ha. E Renato Vallanzasca, Angelo Izzo, Giovanni Brusca, etc…? Si potrebbero portare, ahimè!, numerosi esempi di recidivi, di persone altamente pericolose, e lo hanno dimostrato, per la società civile. Grassonelli potrebbe pentirsi, lo ha fatto, ma non farà mai nomi per tutelare la sua famiglia, altri si sono “pentiti “, ma per ottenere dei privilegi e “che privilegi “.
Grassonelli non uscirà vivo dal carcere, come altri. Ritengo che abbia fatto la differenza con altri vincere l’avvilente isolamento con energia intellettuale e morale che gli sono state dono di vita, nel naufragio di tutte le speranze.
Noi italiani dovremmo sentirci amareggiati di vivere in una società dominata da atti di ingiustizia che non consentono alcun gesto risolutore, ma solo un amaro canto di dolore e di smarrimento. Bisogna lavorare più sulle coscienze degli uomini, a tutti i livelli per arrivare ad un coinvolgimento immediato e sentimentale prima che ideologico.
È la speranza di Carmelo Sardo e di chi sposa la sua causa.