di ALICE TOSELLO – Nella nostra società,caratterizzata sempre più dalla tecnologia, si è diffuso l’utilizzo di emoji ed emoticon su social e app.
Secondo un recente studio condotto da Linda Kaye dell’Università britannica di Edge Hill, il 90% della popolazione connessa alla rete ricorre all’uso di emoji per esprimere emozioni, sensazioni e stati d’animo.
Questa forma di comunicazione,secondo lo studio, andrebbe a sostituire il linguaggio non verbale, cioè i gesti, attraverso il quale l’uomo, da secoli, riesce ad esprimere concetti che vanno oltre le parole.
“UN LINGUAGGIO SENZA ETA’”
Questa vera e propria “moda” non è stata determinata da un fattore generazionale.
A dimostrarlo è un’ indagine condotta nel 2014 su mille americani, la quale ha dimostrato che solo il 54% di chi usa faccine rientra in una fascia d’età compresa tra i 18 e i 34 anni.
L’altra metà è composta da adulti e spesso anche da anziani.
Ciò conferma che gli emoji non influenzano solo i più giovani bensì agiscono sulla personalità di ognuno.
Attraverso questa forma di comunicazione le persone possono formulare giudizi in base al contesto e all’utilizzo delle faccine.