a cura di Ferranti Cecilia – classe II/C- scuola secondaria di I grado –
In una fredda mattina di dicembre, Cavaleri Lovagnitto, decise di recarsi al Monte di Pietà di Assisi, che però distava tanti chilometri dalla sua abitazione. Rimasto a corto di soldi e di cibo da vari giorni, aveva pensato di portare al Monte di Pietà una tazza d’argento, regalatagli da uno dei signori della sua città per averlo aiutato in una faccenda.
Preparò, per il viaggio, quel poco che aveva: un tozzo di pane e un po’ d’acqua, lo mise in una sacca, e poi parti. Attraversò campi su campi, vie su vie, passò per via San Gabriele dell’Addolorata e via Fontebella, per poi arrivare a via Portica. In una di queste vie incontrò un signore che, con un oggetto in mano, sembrava andare nella sua stessa direzione. El Cavaleri, felice di quell’incontro, dapprima chiamò quell’uomo da lontano, poi gli si avvicinò per parlarci. Era Giovanni de Niccolò de Paolo de Venanzo, portava al Monte di Pietà “un annelo senza pietra”. Nonostante il freddo e la fatica, restarono a parlare delle loro difficoltà e poi, insieme, un po’ emozionati e un po’ preoccupati, consegnarono gli oggetti al Monte di Pietà. A Cavaleri vennero dati 5 fiorini, 32 bolognini e 14 denari, mentre a Giovanni venne dato 1 fiorino. El Cavaleri Lovagnitto visto lo scarso ricavato del suo amico, si intenerì e decise di dare un po’ del suo denaro al nuovo amico. Ripresero la strada del ritorno, un po’ più sollevati, sempre poveri ma più ricchi nell’animo!