Il presidente dell’Ecuador, Daniel Noboa, dopo le violenze avvenute tra il 7 e 9 gennaio 2024, ha dichiarato lo stato di emergenza. José Adolfo Macías, più conosciuto come Fito, leader del potente cartello della droga Los Choneros, è evaso da un carcere di Guayaquil. Dopo di lui, anche un altro leader criminale, Fabricio Colón Pico, della banda rivale Los Lobos, ha fatto lo stesso. I detenuti di varie prigioni hanno preso in ostaggio decine di agenti e di guardie penitenziarie, sono esplose almeno quattro autobombe in differenti zone del paese, sono stati saccheggiati molti negozi e ci sono stati attacchi a ospedali e scontri a fuoco in molte province. Il presidente ha proposto un coprifuoco da rispettare durante la notte, tra le undici e le cinque del mattino, ha fatto chiudere anche negozi, scuole e uffici pubblici ed ha sospeso il diritto di assemblea per 60 giorni. Il ministero della Salute dell’Ecuador ha poi disposto la sospensione a data da destinarsi dei servizi ambulatoriali,dei ricoveri e degli interventi chirurgici programmati, sottolineando che nel Paese saranno garantiti solo i servizi di emergenza negli ospedali. Queste violente rivolte portano a una crisi iniziata con una serie di attacchi e azioni intimidatorie, tra cui anche un assalto a un canale televisivo da parte di un gruppo armato. Degli uomini armati e incappucciati hanno fatto irruzione negli studi di TC Televisión, a Guayaquil, interrompendo le trasmissioni, prendendo in ostaggio i dipendenti e minacciandoli di morte. Il paese è nel caos, ci sono morti, almeno 10 persone, tra cui due agenti delle forze dell’ordine, tanta violenza, attacchi indiscriminati e tanta paura tra la popolazione. Il paese è allo stremo e sta vivendo una drammatica crisi. Per evitare il peggio il governo ha dichiarato aperta contro queste bande criminali e, come cita l’articolo 3 di un decreto stilato in questi giorni, “l’immediata mobilitazione e intervento delle Forze Armate e della Polizia sul territorio ecuadoriano per garantirne la sovranità e l’integrità”.