di Maria Sanclemente – Era il 22 aprile 1970, un mese e un giorno dopo l’equinozio di primavera, quando le Nazioni Unite istituirono l’Earth Day in tutto il mondo. Ma la giornata della Terra è il frutto dei Figli dei Fiori, di quel movimento pacifista che già allora rivendicava anche un miglior uso delle risorse: tutto cominciò all’inizio degli Anni Sessanta quando il presidente statunitense John Fitzgerald Kennedy e poi il senatore Gaylord Nelson, iniziarono a battersi per la celebrazione di un Mother Earth Day.
Il 24 dicembre 1968 l’astronauta dell’Apollo 8 William Anders scattò l’immagine simbolica di «Earthrise», che ispirò la prima vera Giornata Mondiale della Terra. Oggi Google ha scelto di celebrare l’Earth Day con uno speciale doodle, raffigurante The Bee, l’Ape, simbolo di biodiversità e speranza: uno dei più piccoli ma indispensabili (per il nostro futuro) organismi viventi sulla Terra, senza il quale non avverrebbe circa il 70% dell’impollinazione di tutte le specie vegetali viventi sul pianeta. Quest’anno, a causa della Covid-19, in molti Paesi del mondo,il 50esimo appuntamento si terrà perlopiù con iniziative in streaming . La pandemia in corso, però, non deve farci dimenticare dell’altra emergenza del nostro Pianeta, la crisi climatica. Infatti il lock down ha rappresentato soltanto una pausa nel ciclo economico di produzione a tutti i costi;e in questo mese e mezzo di chiusura ne abbiamo potuto vedere gli effetti positivi, seppur limitati, : le acque dei canali di Venezia hanno riacquistato un colore più simile a quello dell’acqua così come quelle del Po; una drastica riduzione del diossido d’azoto è stata registrata sul Nord Italia. Il livello di inquinamento atmosferico, quindi, si è notevolmente abbassato,’ una logica conseguenza del blocco totale delle attività, e di autoveicoli e aziende.
E’ scientificamente provato, infatti, che Coronavirus e deforestazione, epidemie ed estinzioni ed inquinamento sono fenomeni interconnessi. La distruzione delle grandi foreste e la compravendita e il consumo di specie animali selvatiche favoriscono la diffusione di virus zoonotici, che possono cioè passare da animale a uomo, come il coronavirus SARS-CoV-2. Se mutano le biodiversità le specie animali o vegetali si estinguono o ne compaiono altre capaci di resistere alle nuove condizioni. Concludiamo utilizzando le parole di Papa Francesco, che ha parlato oggi di cura della “casa comune”, che è stata invece inquinata e depredata. E’ solo dando anche vita a un movimento popolare “dal basso”, come ha già contribuito a fare Greta Thunberg, che “possiamo vincere le sfide globali”.