Sì, stiamo parlando proprio di Paolo Borsellino, il magistrato italiano che ha lottato fino alla fine della sua vita per “incastrare” la mafia, in particolare quella siciliana, ovvero “Cosa nostra”. È conosciuto anche perché ha collaborato con Giovanni Falcone, un altro magistrato siciliano: i due erano amici fin dall’infanzia ed hanno continuato ad esserlo sino alla morte. Tra le attività più interessanti di quest’anno scolastico c’è stato lo spettacolo Paolo B., rappresentazione del bravissimo Pierluigi Tortora.
Paolo B. é Paolo Borsellino che arriva da morto in un luogo che potrebbe essere il paradiso e lì trova una sedia vuota: la sedia di Giovanni Falcone, morto alcune settimane prima di Borsellino sull’autostrada che porta a Palermo e simbolo della lotta contro la mafia. Inizia un dialogo-monologo toccante, nel quale Paolo B. ripercorre la sua infanzia, la sua amicizia con Giovanni Falcone, la battaglia in nome della giustizia per raggiungere una volta per tutte la libertà, fino ad arrivare a parlare dell’agenda rossa, un quadernino su cui scriveva tutte le scoperte sulla mafia.
Alla fine dello spettacolo alcuni alunni hanno fatto delle domande all’attore e al maresciallo dei Carabinieri: tra le altre cose, hanno chiesto se Borsellino e Falcone avessero paura nell’affrontare la mafia ogni giorno. Diceva Paolo Borsellino: “Chi ha paura muore ogni giorno, chi non ha paura muore una volta sola”
Anastasia Lo Conte