di Lorenzo Vacca (classe 3^C) – Dal 3 al 14 dicembre di quest’anno si e svolta nella città polacca di Katowice una conferenza dell’ONU sul clima, sul futuro del pianeta e sullo sviluppo sostenibile in tutto il mondo. L’obbiettivo principale della conferenza era convincere tutti i leader degli Stati a mantenere entro il 2030, l’aumento della temperatura tra 1,5 e 2 gradi, rispetto a prima della rivoluzione industriale, per evitare danni a tutti, ad esempio l’espansione delle zone desertiche, la scomparsa dei banchi di pesca, inondazioni, isole e zone costiere inghiottite dal mare. Sarebbe anche necessario smettere di incrementare le emissioni di gas serra prima possibile e raggiungere nel 2050 il momento in cui la produzione di nuovi gas serra sarà sufficientemente bassa da essere assorbita naturalmente; Donare 100 miliardi di dollari annuali ai Paesi più in difficoltà per aiutarli a sviluppare fonti di energia meno inquinanti;documentare le misure che i Paesi stanno adottando per controllare ogni cinque anni i progressi compiuti tramite nuove Conferenze. Purtroppo gli Stati non sono riusciti a trovare un accordo dato che alcuni di essi, tra cui gli Stati Uniti e l’Italia, non hanno firmato ed accettato le condizioni proposte. Purtroppo il nostro Paese non sembra si stia concentrando molto su questo argomento pur essendo tra i 50 Paesi più a rischio per i fenomeni estremi causati dai cambiamenti climatici. Dal 2012 è passata dal 7° al 23° posto nella classifica dei Paesi più attivi in materia di riduzione delle emissioni.Un comportamento che è stato stigmatizzato come “infantile” da una ragazza, Greta Thunberg, un’adolescente svedese di 15 anni diventata famosa per il suo sciopero contro l’insipienza dei governanti su questo argomento così cruciale per la sua generazione. “Perché dovrei andare a scuola e studiare se non avrò un futuro?” Così ha risposto a chi voleva che interrompesse la sua solitaria protesta.Noi tutti dobbiamo prendere in considerazione le parole di questa ragazza e riflettere sul loro significato, morale e letterario, comprendere che se ne è convinta e ci è arrivata lei, ci devono arrivare tutti, da Trump a Putin, da me ad un ragazzo australiano… insomma… TUTTI, nessuno escluso. Dopo tutto questo spero che almeno i “grandi capi” capiscano che il loro consenso, la loro convinzione di dover fare qualcosa e la determinazione nell’attuare i progetti siano necessari per poter continuare ad andare avanti nella storia.