//Dott. Ignaz Semmelweis, colui che per primo affermò l’importanza di lavarsi le mani.

Dott. Ignaz Semmelweis, colui che per primo affermò l’importanza di lavarsi le mani.

di | 2020-02-15T22:01:11+01:00 15-2-2020 22:01|Alboscuole|0 Commenti

Vi raccontiamo la storia di un uomo incompreso, uno dei tanti, purtroppo, che non ha ottenuto in vita i riconoscimenti cui avrebbe avuto diritto.

È la storia di un uomo che ha avuto una piccola ma importantissima intuizione, perché grazie ad essa ha salvato moltissime vite, e ne avrebbe potuto salvare molte di più se fosse stato ascoltato subito. E invece è finito in manicomio. La sua intuizione oggi è universalmente riconosciuta come una grande scoperta e, soprattutto, un mezzo straordinario, economico, rapido e insostituibile di prevenzione delle malattie. Che cosa aveva scoperto il dott. Ignaz Semmelweis?

Che bisogna lavarsi le mani.

Risultato immagini per immagini di bambini che si lavano le mani

Siamo nel 1846 a Vienna. Ignaz Semmelweis, giovane medico di origine ungherese, prende servizio come assistente presso la clinica ostetrica dell’Ospedale Generale. È giovane, entusiasta e molto motivato.

Presto però si accorge di una cosa terribile: molte donne, troppe donne, muoiono dopo il parto per una misteriosa “febbre puerperale”. Ma si accorge anche di un’altra cosa: che le donne ricoverate in un padiglione gestito solo da ostetriche, quindi lontane dai medici, si ammalano molto di meno.  Allora sono i medici a fare ammalare le pazienti? Semmelweis vuole capire, non accetta queste morti assurde, e fa ricerche, fino a quando arriva l’intuizione.

La differenza tra il reparto gestito dai medici e quello gestito dalle ostetriche è solo una: i medici prima di andare in sala parto effettuano anche 15-16 autopsie al giorno, le ostetriche no. Allora Semmelweis passa dalla teoria alla pratica: costringe tutti i medici che effettuano autopsie a lavarsi e disinfettarsi le mani prima di andare ad assistere le partorienti. E così crolla la mortalità del padiglione gestito dai medici, che senza volerlo trasmettevano l’infezione alle pazienti,. Tutto risolto? Nemmeno per sogno. Semmelweis si attira gelosie e invidie da parte dei colleghi, offesi per essere considerati untori. Così viene isolato, ostracizzato e, alla fine, licenziato. Non solo: immediatamente i colleghi dell’ospedale eliminano l’obbligo di lavarsi le mani,  le donne ricominciano a morire. Ma evidentemente ai medici questo non interessa. Sempre più solo, depresso e sconfortato Semmelweis finisce in manicomio, dove morirà nel 1865 a seguito di una setticemia contratta proprio a seguito di un intervento chirurgico. Dovremo aspettare Pasteur e Koche i loro studi sulla contaminazione batterica per vedere finalmente riconosciuta l’intuizione di Semmelweis. Semmelweis, “salvatore delle madri”, oggi è ricordato con statue, monumenti, università, ma sicuramente il modo migliore per rendere omaggio alla memoria è seguire il suo insegnamento.

Non possiamo dimenticare che è proprio l’igiene delle mani che potrebbe salvare quel milione di bambini che ogni anno, nei paesi in via di sviluppo, muoiono per malattie dovute alla mancanza di igiene, alla mancanza di acqua pulita.

Grazie a lui sono state scoperte molte malattie.

Mennella Martina & Anna Rinaldi 2^I