- … Ed ecco verso noi venir per nave
- un vecchio, bianco per antico pelo,
- gridando: “Guai a voi anime prave!”…
È proprio con questi versi, tratti dal III Canto dell’Inferno della Divina Commedia, a 700 anni dalla sua morte, che voglio esprimere un sentito omaggio al poeta più grande di tutti i tempi, Dante Alighieri, verso cui nutro grande passione e apprezzamento. Quest’anno, durante il nostro percorso di studi della letteratura italiana, sono stato entusiasta e onorato di aver conosciuto approfonditamente questo sommo poeta di fama mondiale. Sin dall’inizio è nata dentro di me una grande passione, un’immensa curiosità e interesse perché attraverso la Divina Commedia, suo insuperabile capolavoro della letteratura e della lingua italiana, il poeta ha saputo dar voce ad ogni aspetto della realtà e del pensiero umano, collegando Cielo e Terra in modo davvero straordinario. Ed è proprio questo che mi ha colpito di Dante, cioè l’avere, ancora oggi a distanza di secoli, una grande attualità.
Tanti sono i messaggi che mi ha trasmesso, ma credo che in modo geniale sia riuscito, attraverso i suoi versi, a guidarci in un cammino interiore di cui tutti noi abbiamo bisogno. La sua spiritualità è stata fondamentale per analizzare noi stessi e quindi per avere una conoscenza più profonda, per ripulirci dai nostri errori, dalle nostre insoddisfazioni, dalle nostre paure. La sua ricerca di luce, dopo tanto buio, appartiene anche a noi nella vita di tutti i giorni: la luce per Dante è speranza, salvezza.
Questi concetti mi sono entrati nel cuore e ogni volta che la mia insegnante spiegava un canto, dei versi particolari o ci faceva guardare dei video su questo sublime poeta, io rimanevo incantato e spesso mi sono sentito protagonista in prima persona di questo viaggio affascinante e misterioso.
I canti dell’Inferno spiegati e analizzati dettagliatamente dalla mia insegnante, mi sono piaciuti tutti, in particolar modo però credo che il III e il XXVI canto mi abbiano colpito un po’ di più.
Nel terzo, Dante descrive Caronte, un personaggio molto importante, il nocchiero dell’Inferno dagli occhi di “bragia”, colui che ha il compito di traghettare le anime dei dannati da una riva all’altra del fiume Acheronte per condurle nel buio eterno. Il poeta è stato straordinario nel descrivere il fascino infernale, demoniaco di questo personaggio, che ha attirato subito la mia attenzione. I suoi occhi fiammeggianti, la sua lunga barba bianca, il suo animo inquieto e minaccioso, la sua rabbia verso i dannati e contro anche Dante, pur sapendo che questi deve effettuare quel viaggio da vivo, per volontà divina. Protagonista del XXVI canto invece è il grande Ulisse di cui mi ha molto colpito il suo coraggio, l’intraprendenza, il desiderio di conoscenza, dell’ignoto, la sua astuzia, l’ingegno usato per l’inganno, l’amore per l’avventura. Dante descrive in modo minuzioso il suo fascino avventuroso; Ulisse è un eroe straordinario che non ha paura di nulla e ha sempre una gran voglia di rischiare e proprio per questo perderà la sua vita.
Ulisse mi ha molto emozionato e per un attimo ho chiuso gli occhi e ho pensato di essere come lui!
Ringrazio di cuore Dante Alighieri per tutti gli insegnamenti che mi ha trasmesso attraverso quest’opera straordinaria e credo che dal cielo sia contento nel vedermi così entusiasta ma ringrazio anche la mia insegnante che è riuscita a farmi appassionare tanto, come mai avrei immaginato.
Spero che le mie parole possano essere utili per far avvicinare i lettori a questo poeta immenso che tutto il mondo ci invidia.
- MARCO SPORTELLI – classe 2ª B
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