di Elisabetta Mereu (classe I^D) – Sentendo parlare i miei genitori dell’argomento mi sono incuriosita e ho deciso di fare una ricerca. Ho provato a fare una sintesi di un argomento lungo e complicato, ma credo che sia importante parlarne.
Hikikomori è un termine giapponese che vuol dire letteralmente “stare in disparte”.
Vengono definiti così dei giovani, generalmente tra i 14 e i 24 anni, che scelgono di auto-escludersi dalla società chiudendosi in casa.
In Giappone è una sindrome conosciuta da diversi anni e ci sono più di 500.000,00 casi accertati. Prima si pensava che fosse un fenomeno tipicamente giapponese, ma da qualche anno si sta diffondendo in tutti i paesi economicamente sviluppati. Secondo alcuni studi in Italia ci sarebbero già circa 100.000 casi (ma non sono dati ufficiali).
Le cause dello sviluppo di questa sindrome possono essere diverse: il tipo di società in cui si vive, atti di bullismo a scuola, problemi familiari e aspetti del carattere. Gli hikikomori sono generalmente ragazzi intelligenti ma sensibili e introversi, che hanno difficoltà ad avere relazioni e che non riescono a sopportare la pressione eccessiva alla realizzazione sociale nella scuola o nel lavoro: per questo “scelgono” di fuggire dalla società, isolandosi a casa.
Uno dei primi sintomi è l’abbandono della scuola e delle attività che richiedono un contatto con gli altri (ad esempio le attività sportive).
Gli hikikomori vivono chiusi nella propria camera, abbandonano tutte le loro amicizie e nei casi più gravi rifiutano anche la relazione con i genitori. Preferiscono le attività solitarie e l’unico contatto con il mondo esterno diventa internet tramite le chat e i giochi on line. L’uso eccessivo di internet non è una causa ma una conseguenza dell’isolamento. Anche questo contatto, però, nei casi più gravi viene abbandonato e il totale isolamento può portare alla depressione o a malattie psichiche.
Leggere degli hikikomori mi ha colpito molto e anche un po’ spaventato.
Fortunatamente oggi molti esperti si stanno occupando del problema e diverse associazioni, anche in Italia, cercano informare e aiutare ragazzi che si auto escludono dalla società.