di Barbara Pacifico e Teresa Vitale – È un film ambientato nel 1981, il registra è Sydney Pollack. Lascia riflettere molto. La vicenda raccontata si svolge a Miami, in Florida: una giovane e intraprendente giornalista, Megan Carter, svolge un’inchiesta sulla morte di Diaz, un sindacalista ucciso alcuni anni prima e di cui non si conoscevano ancora le cause.
A chiarire questa vicenda è interessata anche la polizia, che non sa cosa fare in proposito. Per questo l’investigatore Rosen attira nel suo ufficio la giovane giornalista, dopo aver lasciato sulla scrivania dei documenti che parlano di Michael Gallagher o meglio di suo padre che ha avuto diversi problemi con la giustizia. La giornalista non si lascia sfuggire l’occasione, prende per buone notizie fornite dall’investigatore Rosen e pubblica un articolo sul “Miami Standard” in cui si insinua la possibile responsabilità di Gallagher riguardo alla morte del sindacalista Diaz. Le conseguenze non si fanno attendere. Un’amica di Gallagher, volendolo scagionare, confida alla giornalista una vicenda molto intima da cui scaturisce un secondo articolo e la giovane, malata di nervi, si suicida.
Gallagher fa di tutto per convincere la giornalista della sua innocenza e la conquista anche affettivamente, ma tutto risulta inutile. I personaggi, alla fine, si ritroveranno tutti nella sede della polizia e tutti saranno sconfitti, perché Gallagher è riuscito a portare in risalto la verità. Quella verità che nessuno voleva raccontare e che tutti erano pronti ad occultare pur di dare a lui la colpa.
Da questo film abbiamo capito che il giornalista deve fare cronaca, ha il diritto di fare cronaca, ma sicuramente ha anche il diritto di dire la verità, di accertarsi delle fonti per non coinvolgere innocenti in situazioni sgradevoli.