Il campionato mondiale di calcio è il più importante torneo calcistico per le squadre nazionali. Questo si svolge ogni quattro anni e la prima competizione risale al 1930. Nel mondiale gareggiano 34 squadre che si contendono il trofeo, ovvero la coppa del mondo. Il mondiale si svolge ogni volta in uno Stato diverso ed è la FIFA, in un congresso, a decidere chi lo ospiterà. Il campionato, essendo una competizione planetaria, porta visibilità e fama alla nazione che lo ospita. Quest’anno il mondiale si svolgerà in Qatar. Dal primo momento in cui è stato scelto il Qatar come località ospitante dei Mondiali 2022, sono sorte diverse perplessità fra i vari appassionati di calcio e non. Tra le motivazioni ci sono la morte sul lavoro di migliaia di persone, circa 6500, la maggior parte di esse sono migranti per buona parte provenienti da Bangladesh, Nepal, Pakistan e Sri Lanka. Queste morti si sono verificate nell’arco di tempo di dieci anni, con una media di 12 a settimana, dal 2010, quando la FIFA ha assegnato a Doha l’organizzazione dei Mondiali di calcio 2022. A denunciare l’accaduto è stato il quotidiano britannico “The Guardian” con un’inchiesta. I lavoratori spesso pagano enormi cifre per arrivare in Qatar. Ad esempio, quelli provenienti dal Bangladesh pagano tra i 3.000 e 4.000 dollari solo per ottenere un visto e un lavoro da sconosciuti intermediari, mentre quelli del Nepal tra i 1.000 e i 1.500 dollari per poi ricevere una paga media mensile di 275 dollari pari a 250 euro circa. Tra il 2011 e il 2020 i migranti bengalesi hanno versato tra 1,5 e 2 miliardi di dollari come anticipi ai “mercanti” dell’immigrazione, mentre i nepalesi tra i 320 e i 400 milioni nell’arco di tempo tra il 2015 e il 2019. Sono stati presi come esempio questi due Paesi di provenienza perché compongono un terzo dei due milioni della forza di lavoro straniera e temporanea del Qatar, che per la cronaca ha 2,8 milioni di abitanti. Eppure, da qualche anno, il Qatar, dopo aver ricevuto accuse dalle associazioni per i diritti umani, per legge vieta queste pratiche di reclutamento. Tuttavia vengono facilmente raggirate creando cosi una sorta di “schiavismo” in cui i lavoratori sono costretti a lavorare a lungo e in certe condizioni per ripagare i debiti contratti. È inoltre importante ricordare che le donne in Qatar sono ancora vittime del patriarcato, infatti esiste la cosiddetta “tutela maschile”, prevista dalla legge, perciò qualsiasi donna deve essere sempre accompagnata in ogni località, persino negli stadi da un uomo.